Inchiesta sull’acquisto di macchinari per l’aeroporto di Alghero: sotto esame operazioni del 2015-2016.
Tra il 2015 e il 2016, la società di gestione dell’aeroporto di Alghero, Sogeaal, procedette all’acquisto di due macchinari radiogeni destinati ai controlli di sicurezza dei bagagli da stiva, atto poi finito al centro di un’inchiesta giudiziaria. L’operazione, dal valore di circa 436mila euro, venne portata a termine senza il ricorso a una procedura di gara pubblica.
Il contratto venne affidato direttamente alla società Smith Detection Italia srl, fornitore delle apparecchiature, mentre la Gilardoni spa – che in quel periodo gestiva già parte dei dispositivi in uso nello scalo – venne di fatto esclusa. Questa scelta, secondo la Procura, avrebbe arrecato un danno economico alla società esclusa e al contempo generato un vantaggio indebito per il nuovo fornitore.
Secondo l’ipotesi accusatoria, infatti, i macchinari acquistati erano non conformi agli standard Eds 2, e quindi obsoleti. Le indagini si sono concentrate sulla regolarità della procedura di acquisto e sull’eventuale danno erariale. La pubblica accusa riteneva che la mancanza di un bando di gara potesse configurare il reato di abuso d’ufficio.
Il processo e la sentenza.
L’inchiesta di Alghero ha coinvolto cinque imputati. L’ex direttore di Sogeaal Marco Peralda, il manager aziendale Giovanni Tolu, il dirigente ENAC Alessandro Cardi, il direttore della regolazione aerea Fabrizio Masciocchi e il responsabile vendite della Smith Detection Gerolamo Salis.
Sogeaal e Smith Detection sono state citate come responsabili civili, mentre Gilardoni spa si costituì parte civile nel processo, assistita dai propri legali. La vicenda è approdata in aula dinanzi al giudice del tribunale di Sassari.
Come scrive La Nuova Sardegna, la sentenza ha stabilito che il fatto contestato non costituisce più reato: questo a seguito della recente abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Tutti gli imputati sono stati assolti con formula piena.
