Tutela della zona speciale di Punta Giglio, i dubbi degli ambientalisti

I dubbi degli ambientalisti sulla zona di Punta Giglio ad Alghero.

Le associazioni e i movimenti per la difesa della zona speciale di conservazione e della zona di protezione speciale di Punta Giglio, si rivolgono al presidente dell’Ente Parco e al sindaco del Comune di Alghero affinché adottino adeguate azioni di tutela anticipata in applicazione del principio di precauzione ambientale. Tale intervento, secondo le associazioni, appare giustificato dalle azioni legali in itinere sulla legittimità delle attività avviate in regime di autocertificazione nell’area protetta, e non urbanizzata, di Punta Giglio appartenente alla Rete europea Natura 2000.

Sono infatti in corso due procedimenti presso il Tribunale amministrativo regionale, il ricorso della società Quinto Elemento contro il provvedimento interdittivo delle attività del “Rifugio di mare” emanato dalla Regione e il ricorso al presidente della Repubblica promosso dalla stessa Regione contro il Comune di Alghero/Suape, entrambi aventi per oggetto il contestato possesso da parte della società concessionaria dei requisiti soggettivi per l’esercizio delle attività della “Casa per ferie-Rifugio di mare” a Punta Giglio.

Nel frattempo, però, le molteplici attività dispiegate a Punta Giglio non sono solo quelle consentite a una “casa per ferie” ma vere e proprie attività alberghiere e extra alberghiere, che non potrebbero essere autorizzate neanche se in sede giudiziaria dovesse essere riconosciuto il possesso dei requisiti per gestire una casa per ferie.

Preoccupano in particolare gli incrementi della biglietteria di accesso al parco e il crescente carico antropico che tali attività stanno concentrando su questa parte così importante e delicata della falesia, nel corso della stagione di massima presenza turistica che corrisponde anche al periodo di nidificazione e riproduzione delle specie protette.

Per questi motivi il comitato e le associazioni per la difesa di Punta Giglio hanno promosso un appello cautelare al Consiglio di Stato, la cui udienza si terrà a Roma il 26 luglio, per ottenere il rigetto o la riforma del provvedimento di sospensione dell’interdizione, disposta dalla Regione Sardegna, provvisoriamente concesso dal Tar alla società concessionaria, in attesa dell’udienza di merito fissata per il prossimo 22 novembre.

“La sospensiva dell’interdizione delle attività si è rovesciata in una ingiustificata ed illimitata licenza fuori controllo che, di fatto, sta mettendo a repentaglio la salvaguardia degli habitat protetti. Si avanza pertanto la richiesta delle seguenti misure cautelative che rispettando il principio di precauzione ambientale di cui in premessa, puntino a salvaguardare la zsc della falesia e a garantire in modo controllato la fruizione del bene comune, fino alla definizione della fondamentale questione legale sollevata dalla Regione Sardegna“, fanno sapere le associazioni Comitato Punta Giglio Libera con ANS Assemblea Natzionale Sarda, Asce, Caminera Noa, Comitato Parco Agronaturalistico Nurra e Nord-Ovest Sardegna, Corona de Logu, Earth Gardners, Italia Nostra Sardegna, Legambiente Alghero, Liberu, LIPU Sardegna, Respublica, Sa Domo de Totus, Sardegna Possibile, Sardenya i Llibertat, Siamo Tuttimportanti Sassariunitamente ai componenti dei gruppi consiliari – Movimento 5Stelle Alghero, PD Alghero e Sinistra in Comune Alghero.

Poiché le attività accessorie di una Casa per ferie debbono essere riservate soltanto alla comunità dei suoi ospiti, che infatti “godono di adeguati spazi comuni a loro dedicati nonché della somministrazione di cibi e bevande limitatamente alle persone alloggiate”), le associazioni propongono che, nell’attesa del pronunciamento della magistratura, subito dopo il tramonto, quando l’illuminazione artificiale e il chiasso degli avventori recano maggior danno alle specie protette, la mescita di bevande e le attività di ristorazione vengano rigorosamente limitate solo alle persone ospitate per il pernottamento nella “Casa per ferie – Rifugio di Mare” ed esclusivamente all’interno della struttura.

Gli stessi propongono la limitazione, nelle ore diurne, degli accessi giornalieri nell’area del Parco della zsc e della zps interessata dalla concessione al “Rifugio di mare” oltre che agli ospiti della Casa per Ferie, a un numero contingentato di escursionisti-visitatori a cui possono essere offerti i servizi del posto di ristoro. Ma anche la riconduzione degli spazi di pertinenza della società Il Quinto Elemento al territorio a essa effettivamente dato in concessione dall’Agenzia del Demanio come attestato dal registro catastale e delimitazione degli spazi provvisoriamente affidatile dal Parco per la custodia e la bigliettazione ristabilendo per converso la facoltà di libera fruizione per gli escursionisti che non intendano visitare l’area del cosiddetto Museo ambientale Punta Giglio Sardegna, Maps, ma solo recarsi in altri luoghi non di proprietà demaniale, come la Cala Bramassa, o semplicemente percorrere, come sempre nel passato, i sentieri del Parco.

Infine, la definitiva rinuncia o sospensione di ogni intervento modificativo dello stato dei luoghi della zsc e della zps, ancorché già autorizzato, come quello relativo alla trasformazione in “piscina ludica” della cisterna storica per la raccolta delle acque piovane e di condensa, o già progettato e deliberato, come quello che prevede il posizionamento di 15 boe per l’ormeggio di natanti di lunghezza fino a 20 metri nello specchio d’acqua dell’Area Marina Protetta sottostante la falesia di Punta Giglio, con la minacciata manomissione dei costoni del promontorio con sradicamento di formazioni vegetative da effettuare meccanicamente o con l’uso di disinfestanti chimici, sviluppo di sentieristica costiera, sistema di ormeggi a mare.

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