Cantiere sul Temo a Bosa, le polemiche: “Promesse disattese”

Il Comitato Non ti Temo lamenta problematiche nel fiume a Bosa.

Il Comitato Non Ti Temo – oggi composto da oltre 700 persone – ha inviato una lettera al Sindaco per denunciare ciò che sta accadendo attorno al fiume a Bosa. Con questo comunicato l’associazione parla di promesse disattese, lavori avviati in modo opposto a quanto annunciato e un silenzio assordante da parte dell’amministrazione del paese.

”Ci era stato detto, davanti a tutti, sia in sede istituzionale che privatamente, che si sarebbe partiti dal banchinamento – si legge nella loro nota stampa -. Un impegno ribadito più volte, in Consiglio comunale e negli incontri pubblici. La realtà? Ruspe dentro giardini e orti privati, ulivi abbattuti, distruzione senza permessi, cantieri senza cartelli né preavvisi, ditte che arrivano in pieno agosto senza alcuna trasparenza. E il banchinamento, che doveva essere la priorità, è fermo. Questo non è un dettaglio. È il segno di una gestione opaca, di scelte calate dall’alto e di una responsabilità che nessuno vuole assumersi. Siamo arrivati al punto che gli stessi cittadini vengono rimandati a noi, come se un comitato civico dovesse sostituirsi alle istituzioni”.

Le irregolarità non mancano, secondo il comitato Non ti Tempo, che denuncia la mancata autorizzazione idraulica prevista dalla legge. ”Il progetto si fonda su una diga mai collaudata né attivata, la Valutazione di Impatto Ambientale è inesistente. Nonostante ciò, un’opera da oltre 20 milioni di euro procede comunque, cancellando pezzi di territorio e lasciando dietro sé rabbia e sfiducia”, fa sapere l’associazione che ha chiesto un incontro immediato con il Sindaco e la Giunta, pretendendo risposte pubbliche e chiare. Il comitato fa sapere che in assenza di risposte si andrà nelle sedi regionali e nazionali.

”L’obiettivo dichiarato è proteggere la città e il territorio dagli eventi alluvionali, ma il progetto ha sollevato forti critiche: mancano manutenzione ordinaria e pulizia del fiume, dei torrenti e dei canali tombati che gli gravitano intorno e all’interno – ora causa principale degli allagamenti a Bosa -, gli argini andrebbero ad alterare il paesaggio e aumentare i rischi locali associati a questi eventi sempre più frequenti, e la diga – posta a presupposto dei progetti – non risolve i problemi strutturali, perché mai collaudata e funzionante”, conclude il comunicato.

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