Lascia parlare il vento, il nuovo libro di Lorenzo di Las Plassas ambientato a Castelsardo

E’ in libreria “Lascia parlare il vento”, l’ultima opera letteraria del noto giornalista di RaiNews24, Lorenzo di Las Plassas. Ambientato a Castelsardo, il racconto si concentra su tre personaggi: Ignazio, Augustìn e Lupo. Le loro storie corrono parallele a partire dal mese di febbraio dell’anno in corso finché convergono tragicamente nel drammatico 30 settembre.

Ignazio è un giovane ingegnere elettronico di Cagliari che, convertito all’Islam e trasferitosi in Siria come combattente dell’ISIS, torna a Castelsardo come foreign fighter per progettare un grande attentato in cui sublimare il suo fanatismo. Agustìn, invece, è un giovane e determinato artista catalano che, incompreso e deluso dal sistema dell’arte, vuole sublimarsi in una ‘grande opera’, ispirata al Grande Vetro di Marcel Duchamp, con l’ambizione di cambiare il corso della storia dell’arte. Lupo, infine, è un solitario 13enne, alle prese con l’esame di maturità che, inspiegabilmente, e con immane sofferenza dei genitori, smette di parlare. Il loro trait d’union è Edoardo: un misterioso e saggio anziano, venuto dal nulla, in grado di ‘manipolare il vento’.

Le loro storie, ambientate a Castelsardo, sono raccontate nell’arco di 8 mesi, nei quali, tra l’altro, si scoprono nelle memorie di Ignazio la sua dura vita di soldato dell’ISIS in Siria, ma anche le bellezze dimenticate della Sardegna attraverso gli scritti di un poeta che accompagna Agustìn nella conoscenza dell’isola. E gli insegnamenti che Lupo riceve da Edoardo, che nascondono un terribile segreto. Storie che trovano l’epilogo, con un’esplosione di colpi di scena, un 30 settembre, giorno in cui si tiene un evento che deve decidere le sorti dell’Europa.

Un romanzo fortemente introspettivo, quello di Las Plassas, che vaga tra fatti reali e fantasia. Giocato su metafore, strutturato per immagini e di grande potenza evocativa, in cui si alternano temi come il senso di perdita e di salvazione, il bisogno d’amore e la sublimazione, il fondamentalismo e l’esaltazione, il ribaltamento dei luoghi comuni e lo smarrimento del cammino europeo.

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