La 38enne di Sorso aveva chiesto il reddito di cittadinanza perché era separata dal marito.
Una donna di 38 anni, residente a Sorso, era finita a giudizio con l’accusa di aver ottenuto indebitamente il reddito di cittadinanza. Secondo l’accusa avrebbe fornito informazioni non veritiere all’INPS, omettendo di indicare il marito tra i componenti del nucleo familiare.
La presunta irregolarità era legata all’autocertificazione presentata dalla donna di sorso all’istituto per accedere al sussidio del reddito di cittadinanza. Stando al capo d’imputazione, la donna avrebbe escluso il coniuge e i relativi redditi, riuscendo così a percepire una somma complessiva superiore ai 13mila euro, ritenuta non dovuta. La parte offesa nel procedimento è stata l’INPS, rappresentata dal direttore pro tempore.
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Il processo.
Durante il processo, la difesa ha depositato il ricorso per la separazione giudiziale tra i coniugi, insieme alla sentenza di accoglimento pronunciata in precedenza dal tribunale di Sassari. Da quanto emerso in aula, la coppia risultava separata di fatto già da tempo, circostanza che ha inciso sull’esito del procedimento.
Come scrive La Nuova Sardegna, il giudice monocratico del tribunale di Sassari ha accolto la ricostruzione fornita dalla difesa, ritenendo assente il dolo specifico. Verificata la situazione personale della donna, ha pronunciato l’assoluzione con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.