Sassari promossa per l’aria, ma bocciata per lo spreco di acqua

Ecosistema Urbano bacchetta Sassari sull’acqua.

Sassari scivola al 75esimo posto in Italia, perdendo una posizione in un anno nel recente rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente nella classifica generica sulla qualità dell’aria e dispersione idrica. Cagliari riguadagna una posizione rispetto allo scorso anno passando dal 24° al 23° posto e rimane la prima dei capoluoghi sardi; per contro, Nuoro perde 17 posizioni scivolando al 69° posto, Oristano nel perde 12 (al 74° nella classifica 2025).

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A Sassari aria più pulita, ma più dispersione idrica.

Sassari con Cagliari, coperte da centraline di monitoraggio, emergono per l’assenza di giorni di superamento del limite di legge relativo all’Ozono e Sassari è, in termini assoluti, il capoluogo italiano con la minore media annuale di PM2,5. Per Cagliari invece le polveri sottili rimangono una criticità: si conferma il valore 2024 di 13.0 mg/m3 per il PM2,5 e un leggero calo (da 30 a 28) per la media annua del PM10. Grave il livello della dispersione idrica delle reti, in tutti i casi superiore al 50% con un range che va dal 53,1% di Nuoro al 63,8% di Sassari.

Trasporto pubblico e consumo suolo.

Tra le città di medie dimensioni, Sassari, vanta una buona domanda di TPL (rispettivamente 193 e 117 viaggi/abitante/anno). Cagliari invece è la terza per offerta di trasporto pubblico. Nessuno dei capoluoghi sardi eccelle per isole pedonali, ZTL o infrastrutturazione per la ciclabilità e tutti spiccano invece per il numero delle auto ogni 100 abitanti. Sassari è 71esima, superata da Cagliari (69). Per quanto riguarda il consumo di suolo, preoccupa dato di Sassari in cui, nel periodo 2018-2023, al calo demografico corrisponde un aumento del suolo impermeabilizzato (oltre 21 mq abitante).

“Anche Ecosistema Urbano conferma l’ottimo lavoro fatto in Sardegna sulla raccolta differenziata già evidenziato nell’Ecoforum sull’Economia circolare -dichiara Marta Battaglia, Presidente di Legambiente Sardegna. I nostri capoluoghi hanno questo e altri punti di forza interessanti, come l’offerta di trasporto pubblico o l’assenza di criticità per alcuni inquinanti atmosferici, ma si trascinano ancora elementi di debolezza importanti come le perdite di rete, che incidono sulla disponibilità di una risorsa – l’acqua- tanto strategica quanto imprevedibile dati gli impatti dei cambiamenti climatici. Su questi fattori critici sollecitiamo un impegno concreto da parte dei Comuni e degli altri enti competenti; il Rapporto può suggerire l’avvio di una competizione virtuosa per far sì che i comuni capoluogo – 8 per la nostra regione dal 2026, se si considerano le nuove province e le città metropolitane – diventino luoghi di applicazione di buone pratiche ed esempi da emulare nei territori di rispettiva pertinenza.”

“L’assenza di dati di livello comunale, per carenza dei sistemi di monitoraggio o per mancata comunicazione da parte dei Comuni, è un problema – aggiunge Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna. Su temi fondamentali come la qualità dell’aria, che incide sulla salute di cittadine e cittadini oltre che sugli equilibri ecologici delle aree urbane, sollecitiamo ancora l’istituzione di una estesa e capillare rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria che includa Nuoro, Oristano e i nuovi capoluoghi, necessaria in vista della riduzione dei limiti prevista dalla recente direttiva europea, e a supporto di politiche di gestione urbana mirate ed efficaci. Invitiamo inoltre i Comuni a considerare Ecosistema Urbano come uno stimolo a raccogliere e organizzare sempre più i dati di monitoraggio, perché dalla consapevolezza sulle performance ambientali possano nascere progetti di innovazione e miglioramento continuo”.

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