Anas Sardegna torna con 21 profughi ucraini: “Sono traumatizzati, aiutateci”

Appena arrivati nell’isola alcuni profughi ucraini portati dai volontari dell’Anas -Sardegna.

Procede a pieno ritmo la macchina della solidarietà messa in piedi dall’Anas-Sardegna per l’Ucraina. Già di ritorno nell’isola tre volontari partiti sabato da Olbia con altrettanti mini-van colmi di beni di prima necessità. “Abbiamo trasportato – ci spiega Giulia Dau, una delle autiste – farmaci, pannolini, latte in polvere, pasta e riso”. Lunedì l’arrivo a Medyka, comune polacco al confine con l’Ucraina, dove si trova adesso un centro di accoglienza e smistamento dei profughi in arrivo dal paese dell’Est sotto attacco russo. “Sembrava il raduno di un concerto, con una piazza piena di macchine e di matasse di vestiti, materassi, giocattoli”. E molta tensione perché, a poca distanza, incombe la guerra da cui giunge una popolazione allo stremo. “La situazione è molto più tragica di quello che si crede. La gente non ha la minima idea di cosa sta capitando qui”.  

L’esodo è organizzato da persone instancabili come Irina, una donna ucraina che dal centro di crisi di Leopoli fa da intermediaria per permettere la fuga dei suoi connazionali. Ventuno di questi, tutti donne e bambini provenienti da Kiev e Mariupol– epicentri del conflitto e della carneficina- sono saliti sui pulmini dell’Anas per raggiungere la Sardegna e la salvezza. “Traumatizzati, è la prima parola che mi viene in mente. Ci ha devastato vederli ridotti così”. Perché la loro vita si è ridotta ormai a uno zaino e a un cambio. “Non hanno voglia di parlare. Le poche parole che ho sentito le ha rivolte un piccolo di cinque anni alla madre chiedendo quando sarebbero tornati. La sua risposta è stata il pianto”.  

Ora i profughi viaggiano verso le loro nuove case, tra Cagliari, l’Ogliastra, San Pasquale a Palau e Sassari mentre l’Anas già riorganizza il prossimo viaggio programmato per questo sabato e che nel nord-Italia si ricongiungerà con altri aiuti provenienti dal Veneto formando un’unica colonna diretta di nuovo in direzione della Polonia. “Faccio volontariato – conclude Giulia – da una vita con umiltà e in silenzio perché non amo le vetrine. Ma dopo che le persone sono venute a conoscenza sulle tv del nostro lavoro, e sanno che tutto quello che viene donato arriva a destinazione, sono arrivati i bonifici”. Che ci si augura continuino, anche in forma di aiuti come cibo, vestiti, materiale sanitario, a raggiungere l’Anas-Sardegna soccorso e protezione civile.

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