L’app Immuni c’è, ma non funziona a Sassari: “Non viene aggiornato il database”

L’interrogazione di Manca sull’app Immuni.

La Sardegna si trova al quarto posto rispetto alle altre regioni d’Italia per percentuale di download dell’applicazione Immuni in rapporto alla popolazione. Tuttavia il comportamento virtuoso dei cittadini sardi che hanno scaricato l’app risulta praticamente inutile. Nel nord Sardegna ed in particolare nella città di Sassari il Servizio di igiene pubblica è talmente oberato di lavoro da non avere tempo per aggiornare il database dell’applicazione Immuni con il codice numerico (OTP) fornito dagli utenti, vanificando di fatto l’utilità dell’app per la mappatura dei potenziali contagi. 

Sul caso la consigliera regionale Desirè Manca (M5S) ha presentato un’interrogazione al presidente Christian Solinas per chiedere che vengano stanziate immediatamente risorse straordinarie per dare piena funzionalità all’applicazione Immuni. Quando un utente risulta positivo al Covid, dietro consenso del soggetto stesso gli operatori sanitari inseriscono un codice nel sistema e lo invitano a selezionare sul proprio smartphone l’opzione per il trasferimento delle sue chiavi anonime nel sistema del Ministero della Salute.

L’app restituisce un codice numerico (OTP) che l’utente comunica all’operatore sanitario, il quale lo inserisce all’interno di un’interfaccia gestionale dedicata, accessibile per il tramite del sistema Tessera Sanitaria, e il caricamento viene confermato dall’utente. A questo punto Immuni notifica agli utenti che sono stati a stretto contatto con una persona risultata poi positiva inviando loro un messaggio di allerta che include una serie di consigli su come affrontare la situazione senza sapere chi siano gli utenti e dove si siano incontrati. 

“È facile comprendere che se il database contenente i numeri OTP non viene costantemente aggiornato – sottolinea Manca – aver scaricato l’applicazione non può avere alcuna utilità. Per questo il presidente della Regione e l’assessore Nieddu hanno il dovere di mettere il Servizio di Igiene Pubblica nelle condizioni di poter operare celermente senza sottrarre risorse ad un servizio fondamentale come quello di screening”.

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