Arresti nel centro storico di Sassari, esplode la rabbia tra i residenti

Mafia nigeriana nel centro storico di Sassari

Nel centro storico di Sassari resta il clima di tensione.

La notte successiva alla maxi retata nel quartiere di San Donato a Sassari ha riportato la tensione nel cuore della città, dissolvendo rapidamente la breve calma seguita agli arresti di 30 persone legate alla mafia nigeriana con ramificazioni in tutta Italia ed Europa. Un pensionato, residente proprio nella zona dove il mercato della droga era più fiorente, ha trovato la propria auto con tutte e quattro le gomme tagliate. Il sospetto degli investigatori è che si tratti di una ritorsione nei confronti di chi aveva collaborato con le Forze dell’Ordine, poiché l’uomo aveva acconsentito all’installazione di telecamere di sorveglianza sul tetto della sua abitazione, contribuendo così all’indagine. L’episodio, denunciato alle autorità, ha fatto riaffiorare un clima di paura e insicurezza nei vicoli di San Donato, dove la criminalità organizzata continua a esercitare la propria influenza.

L’attenzione della Prefettura di Sassari.

Il prefetto di Sassari, Grazia La Fauci, ha espresso la massima attenzione sull’evolversi della situazione, annunciando un confronto imminente con il sindaco, l’amministrazione provinciale e le forze dell’ordine per definire nuove strategie di prevenzione. Tra le misure annunciate vi sono interventi mirati all’illuminazione e alla videosorveglianza del quartiere, oltre al recupero di aree degradate. La Prefettura ha sottolineato l’importanza di un impegno costante per garantire la sicurezza e migliorare la qualità della vita, spiegando che la prevenzione, anche se talvolta invisibile ai cittadini, rappresenta la base per mantenere la tranquillità e impedire la diffusione delle attività criminali, le quali tendono a spostarsi quando ostacolate.

Convalidati gli arresti.

Intanto, in ambito giudiziario, il giudice per le indagini preliminari Gian Paolo Piana ha convalidato gli arresti di 14 dei cittadini nigeriani fermati all’alba di mercoledì, respingendo le richieste di nullità presentate dai difensori. Il gip ha rilevato che gli indagati, residenti in Italia da tempo e con precedenti contatti professionali, avrebbero dovuto conoscere la lingua italiana, ritenendo quindi non necessaria la traduzione del provvedimento in inglese. La maggior parte degli arrestati resta in carcere, mentre per una indagata è stata disposta la detenzione domiciliare. L’inchiesta, avviata nel 2018 e condotta da diverse Questure con il coordinamento di Sassari, ha messo in luce una complessa rete criminale dedita a spaccio di droga e prostituzione.

Nel frattempo, la tensione tra le diverse fazioni e la popolazione locale è rimasta alta: la notte scorsa è scoppiata una rissa tra membri della comunità nigeriana, confermando che, nonostante gli arresti, la situazione resta fragile e il quartiere vive ancora sotto la pressione di conflitti e intimidazioni. Le Forze dell’Ordine sono impegnate nel monitoraggio costante, mentre la Prefettura e le autorità locali lavorano per evitare che il fenomeno migratorio della criminalità si sposti in altre zone della città. I residenti reclamano un’attenzione concreta e duratura, manifestando la loro rabbia per il lungo abbandono subito dalle istituzioni.

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