Semafori sonori bocciati a Sassari, il toccante appello di una bimba non vedente

Una bambina non vedente chiede al sindaco di Sassari i semafori sonori.

Una bambina non vedente si rivolge su facebook al sindaco di Sassari Nanni Campus. Ieri il video di Robertina, 9 anni, pubblicato sulla pagina della mamma, comincia con una semplice domanda: Perché a Sassari non avete messo ancora i semafori sonori? Un interrogativo già inoltrato, sempre sui social e sempre al primo cittadino, due mesi prima, il 5 marzo scorso, e rimasto fino ad oggi senza risposta.

La querelle politica.

La risposta in realtà è arrivata, seppur indirettamente, giovedì scorso, in Consiglio comunale: Non ci sono soldi. Ed è stato proprio Campus a pronunciarla dopo l’acceso dibattito sulla mozione respinta del capogruppo Lega Francesco Ginesu che chiedeva l’installazione di impianti semaforici per ciechi e ipovedenti. Una querelle tutta politica, tra maggioranza e opposizione, poco comprensibile per la piccola.

Le necessità degli ipovedenti.

Le necessità degli ipovedenti non viaggiano secondo i tempi lenti della burocrazia, degli stanziamenti in arrivo o mai partiti; riguardano l’oggi: “Io devo essere autonoma ad attraversare – spiega Roberta -, perché non posso avere ancora il cane guida”. E la differenza tra poter circolare oppure rimanere a casa, la fa un semaforo parlante, come chiarisce la bambina nel precedente video, che indichi se sia rosso o verde. Un problema importante di cui la piccola si fa portavoce anche per conto delle 200 persone che, a Sassari, sono affette da ipovisione e cecità. “Perché io devo essere libera e siamo in democrazia”, concludeva Robertina a marzo e oggi attende, a distanza di due mesi, una risposta del sindaco Campus.

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