Arrestati i sardi dell’assalto ai portavalori in Toscana, ma del colpo alla Mondialpol di Sassari non c’è traccia
Tra l’assalto ai portavalori in Toscana e quello alla Mondialpol di Sassari ci sono tanti elementi comuni, a partire dal bottino scomparso. Durante il blitz sull’Aurelia son stati commessi errori e stanotte i carabinieri hanno arrestato 11 persone.
Ci sono voluti 52 giorni per incastrare i malviventi che hanno agito in Toscana, ma non c’è traccia dei tre milioni di euro. Sono passati 325 giorni dall’assalto a Caniga e non c’è traccia del commando e del maxi-bottino da 12 milioni di euro.
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Si tratta di persone organizzate in modo militare, con dimestichezza con le armi da guerra. Non di malviventi da quattro soldi. Per questo non è escluso che possano esserci collegamenti tra le due operazioni. Dalla Procura di Livorno non si sbilanciano e si limitano a parlare dell’inchiesta chiusa sulla vicenda dell’Aurelia. Ma vanno avanti incessanti le indagini sul colpo record dentro al sede della Mondialpol di Sassari.
All’inaugurazione dell’anno giudiziario a Cagliari il Procuratore generale della Sardegna, Luigi Patronaggio, si era soffermato sul colpo da 12 milioni. Gli inquirenti lavorano a stretto contatto con la Guardia di finanza per cercare movimenti riconducili a quel bottino. Ancora non è emerso nulla, ma la speranza è che l’inchiesta partita da Livorno possa smuovere le acque sul colpo di Sassari.