Non ci sono soldi per la basilica di Porto Torres.
La sorte della più grande chiesa romanica della Sardegna, a Porto Torres, resta sospesa tra attese e promesse mai concretizzate. A distanza di sei anni dalla presentazione del progetto di riqualificazione della basilica intitolata a San Gavino, Proto e Gianuario, l’iter per il finanziamento regionale non ha ancora dato frutti tangibili e lo stato di conservazione dell’edificio continua a peggiorare. Le facciate esterne mostrano segni di erosione e degrado, con pietre ormai compromesse dagli agenti atmosferici e dagli attacchi biologici, mentre i cedimenti del terreno proseguono senza sosta.
Il complesso, che rappresenta uno dei principali simboli della città e una tappa immancabile per visitatori e crocieristi, richiede interventi urgenti. Già nel 2019 erano stati effettuati rilievi con il georadar e carotaggi mirati per stabilire le aree più fragili, ma da allora nulla è cambiato. L’amministrazione comunale, pur consapevole del valore storico e culturale del monumento, non può assumere la regia di un restauro che spetta ad altri enti. Può soltanto intervenire su aspetti marginali, come la pavimentazione delle aree circostanti, mentre davanti al portale d’ingresso i punti luce guasti e abbandonati riflettono il senso di incuria. Il messaggio lanciato al mondo ecclesiastico e regionale è chiaro: senza una sinergia concreta, la basilica rischia di perdere ulteriormente la sua integrità.