Uccide un cane a Bono, ma se la cava con i lavori socialmente utili

La condanna lieve al killer del cane malato a Bono fa scalpore.

Ha ucciso un cane anziano e malato durante una festa a Bono, ma ha avuto una condanna lieve. Il giovane che ha massacrato di calci il cane cieco e sordo Alex durante i festeggiamenti per San Raimondo a Bono, il 1° settembre 2024, è un uomo libero che se l’è cavata con una messa in prova e un risarcimento di 100 euro. Una notizia che ha fatto scalpore presso le associazioni animaliste del territorio, i quali hanno dichiarato che è l’ennesima dimostrazione di quanto la giustizia italiana continui a sottovalutare la gravità dei reati contro gli animali.

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La battaglia per dare giustizia ad Alex è durata un anno, con l’associazione LNDC Animal Protection che si è battuta per condannare l’assassino del cane. L’associazione è stata riconosciuta come parte offesa dal reato, il giudice ha concesso all’imputato la messa alla prova, imponendogli lavori di pubblica utilità presso il Comune di Esporlatu e stabilendo un risarcimento simbolico di 100 euro.

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L’associazione animalista ha fatto sapere che non è accettabile un trattamento così lieve per chi uccide un animale. “Noi di LNDC Animal Protection non non accetteremo mai soldi sporchi di sangue” – dichiara Piera Rosati, Presidente Nazionale LNDC Animal Protection –. “Volevamo giustizia per Alex, volevamo una condanna esemplare che servisse da monito per tutti. Questa decisione è una ferita non solo alla memoria di Alex, ma a tutti gli animali vittime di violenza”.

Le critiche riguardano la mancata pena detentiva derubricata in lavori socialmente utili. ”Non si tratta di un “errore da recuperare”, ma di un atto di violenza intenzionale e brutale che ha tolto la vita a un animale indifeso. Parlare di messa alla prova, in questo contesto, significa svuotare di significato il concetto stesso di giustizia”, dicono gli animalisti che si mostrano profondamente delusi dalla giustizia italiana.

”Una simile decisione non rende onore alla memoria di Alex e, soprattutto, non serve da deterrente a chi ogni giorno commette o pensa di commettere atrocità sugli animali. Al contrario, trasmette un messaggio pericoloso: che si possa uccidere un animale senza subire conseguenze proporzionate alla gravità dell’atto”, dichiara LNDC Animal Protection.

L’associazione ha fatto sapere che continuerà a chiedere con forza pene effettive, certe e adeguate, perché dovere dello Stato riconoscere il valore della vita animale e garantire giustizia vera e non soluzioni simboliche che non fermano le violenze, proprio perché restano impunite. ”La vita di Alex non deve essere dimenticata – concludono i volontari -. Per lui e per tutti gli animali vittime di crudeltà continueremo a lottare, monitorando attentamente l’evoluzione di questo procedimento e l’esito della messa alla prova, che non è affatto scontato sia positivo. La vicenda non finisce qui: per noi questo caso resta aperto. Non solo. Continueremo a lottare finché la legge italiana non saprà garantire pene davvero esemplari, perché maltrattare e uccidere un animale non è un reato minore: è una violenza che deve essere punita con coerenza e fermezza, per restituire dignità alle vittime e per difendere chi non ha voce”.

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