Cardinale Becciu, confermate le decisioni di primo grado

Angelo Becciu

Il processo al cardinale Becciu.

La terza udienza del processo d’appello sulla gestione dei fondi della Santa Sede e sulla controversa compravendita del palazzo di Londra si è conclusa con una decisione netta: l’appello presentato dal Promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, è stato dichiarato inammissibile. Un passaggio importante nel percorso giudiziario che coinvolge, tra gli altri, il cardinale Angelo Becciu.

La decisione è stata annunciata da monsignor Alejandro Arellano Cedillo, decano della Rota Romana e presidente della Corte. Nel leggere l’ordinanza, il magistrato ha sottolineato come le motivazioni di un ricorso non possano limitarsi a formulazioni generiche o astratte, ma debbano contenere elementi concreti e specifici, tali da consentire un confronto effettivo tra le ragioni della sentenza e le censure mosse dall’accusa. Proprio su questo punto le difese avevano insistito, sostenendo l’irregolarità formale e temporale dell’impugnazione presentata da Diddi.

La linea difensiva è stata accolta in pieno, e la pronuncia ha suscitato immediata soddisfazione tra gli avvocati degli imputati. Il risultato comporta infatti che tutte le assoluzioni emesse in primo grado diventino definitive, senza possibilità di ulteriore revisione. Un esito che rafforza la posizione di Becciu, figura centrale della vicenda, che al termine dell’udienza ha commentato con parole di sollievo ma anche di prudenza, ricordando che, pur trattandosi di un passo significativo, resta ancora un cammino da percorrere.

Il procedimento d’appello, che fin dall’inizio aveva attirato l’attenzione mediatica per il suo peso simbolico e istituzionale, ha così conosciuto una battuta d’arresto per l’accusa. La scelta della Corte mette in evidenza la necessità di rigore giuridico nella formulazione degli atti processuali e conferma la solidità della decisione di primo grado. L’intera vicenda, che ha scosso le mura vaticane per la delicatezza del tema finanziario e per il coinvolgimento di personalità di primo piano, si avvia quindi verso una chiusura che potrebbe avere conseguenze non solo giudiziarie ma anche d’immagine per le istituzioni della Santa Sede.

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