A Sassari una raccolta fondi per salvare i resti di Peppinella Sassu

Peppina Sassu

In corso una raccolta fondi perché i resti di Peppina Sassu non finiscano nell’ossario comune.

Una colletta per Peppinella. A raccogliere i soldi per scongiurare l’estumulazione di Peppina Sassu, protagonista della vita sassarese nel secolo scorso, i cittadini ritrovatisi sul web nel ricordo della donna deceduta nel 1983. Scaduta la concessione trentennale del loculo, i resti mortali rischiano ora di finire nell’ossario e nell’anonimato del campo comune. Per impedirlo servono oltre duemila euro che gli interessati stanno già versando sia nella cassetta disponibile nella mostra permanente di Santa Maria di Betlem, tutti i giorni dalle 10.30 alle 11.30, sia su una postepay attivata per l’occasione.

Un modo per omaggiare un personaggio della Sassari ormai scomparsa, che ha vissuto un’esistenza di stenti e difficoltà, ma sempre, riferisce chi l’ha conosciuta, mostrando “generosità e delicatezza”. E questo nonostante i lutti che l’hanno segnata, come la morte del compagno e, si racconta, di una figlia in tenera età a cui faceva riferimento quando, ormai preda dell’alcol, chiedeva un aiuto monetario indicando un bambolotto che teneva avvolto e stretto a sé. A condizionare una parte della sua vita proprio l’etilismo, che la portava a bere dalle prime ore del mattino e lungo tutta la giornata; un costume causa di tanti aneddoti che su facebook riempiono i post su Peppinedda.

Si racconta anche l’episodio deplorevole che ha visto la donna, il cui soprannome era “Peppina la Vecciaia”, essere gettata da ignoti in un cassonetto della spazzatura. Un’ulteriore offesa a una persona senza difese che, malgrado- si rivela sui social – l’aiuto offerto da un parroco della chiesa di Sant’Apollinare, viveva priva di un tetto sulla testa. Fino al 6 luglio di quarantuno anni fa in cui si conclude all’ospedale di Sassari il tragitto terreno della signora Sassu nata a Ploaghe. Ora la raccolta di fondi vuole assicurarle altri trent’anni in un loculo affinché continui, come ha scritto un utente sul web, a riposare “nella pace che qua non ha trovato”.

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