Sigilli alla casa occupata, famiglia di Sassari finisce per strada

casa occupata

La coppia è stata sfrattata stamattina dalla loro casa occupata.

Da stamane una famiglia di Sassari si trova senza un tetto. La coppia trentenne ha due bimbi e tanta voglia di lottare per il diritto ad una casa. Di buon mattino gli agenti della polizia locale, su mandato della Procura, si sono presentati nell’abitazione di via Antonio Cecchi intimando alla coppia di abbandonare la casa occupata.

“Vivevo in una casa di pochi metri quadri, con problemi di fognatura, e con due figli piccoli mi era impossibile stare lì dentro – racconta la giovane -. Quindi ad ottobre dello scorso anno ho deciso di occupare la casa in via Antonio Cecchi. Ho chiesto di poter regolarizzare la mia situazione, ma non è servito a nulla. Stamane nella porta sono stati affissi i sigilli e ci impediscono di poter rientrare punto tra l’altro lì dentro ci sono ancora i miei mobili“.

La coppia ha provato a chiedere aiuto ai Servizi Sociali del Comune di Sassari, ma anche in quel caso la risposta è stata tutt’altro che positiva. Chiedono di pagare in base al loro reddito, visto che vivono di lavori saltuari. E non percepiscono neanche il Reddito di cittadinanza poiché l’occupazione abusiva di una casa costituisce reato.

“L’offerta è stata quella di soggiornare temporaneamente in un bed and breakfast, dopodiché ci saremmo ritrovati per strada – riprende il ragazzo -. Noi facciamo il possibile e con lavori umili, ma dignitosi, paghiamo quel che c’è da pagare. Dal condominio alle bollette”.

Qualora le condizioni economiche lo consentissero, entrambi sono pronti a pagare l’affitto. Magari con un lavoro che consentisse un tenore di vita diverso da quello attuale. La situazione è costantemente seguita e monitorata dall’Azienda regionale per l’edilizia abitativa, che può poco o nulla davanti alla situazione.

“Per alcuni giorni ci ospiterà nonna, ma non possiamo pensare di restare sempre qui – conclude la ragazza -. Ringrazio i vicini per la grande e solidarietà che ci hanno espresso in queste ore. Soprattutto stamane quando siamo stati privati di una casa. Chiediamo a chi può fare qualcosa di mettersi una mano sulla coscienza e aiutarci. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

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