Tampone, mascherine, quarantena, figli: tutte le risposte ai dubbi del nuovo Dpcm sul coronavirus

Domande e risposte per chiarire alcuni aspetti.

Alcuni aspetti legati a regole e diritti durante la pandemia da covid-19 rimangono per tanti ancora incerti. Nella fattispecie, i dubbi maggiori riguardano il rapporto tra quarantena e periodo di malattia per i lavoratori.

Ecco l’elenco delle 10 domande, con relative risposte, più frequenti:

Il lavoratore con sintomi da covid-19 ha diritto alla malattia?

Sì, se i sintomi sono riconducibili al virus e dopo essersi sottoposti al tampone. Come spiega l’Inps, il lavoratore ha diritto ad accedere alla corrispondente precauzione sperimentale, compensativa della perdita di guadagno.

In quali casi la quarantena non è equiparabile alla malattia?

Nei casi in cui la quarantena sia frutto di provvedimenti su larga scala, come lockdown nazionale o locale, l’isolamento domiciliare non è paragonabile per l’Inps al periodo di malattia.

In quali casi, invece, la quarantena È equiparabile alla malattia?

Nel caso in cui il lavoratore sia stato a contatto con soggetti positivi. In quel caso, il Dipartimento di prevenzione stabilisce la quarantena obbligatoria, che viene automaticamente riconosciuta come malattia e pertanto il lavoratore ha diritto ad accedere alla domanda di malattia.

Smart working: è prevista la malattia?

L’Inps precisa che per chi lavora in modalità smart working non è previsto il riconoscimento della malattia, a meno che questa non sia acuta. La quarantena e l’isolamento domiciliare non configurano infatti un impedimento a svolgere l’attività lavorativa.

Figlio a carico positivo: si ha diritto al congedo?

Sì. Chi ha figli minori di 14 anni a proprio carico può richiedere il congedo temporaneo da lavoro, se questo non potrà essere svolto nemmeno in smart working. Il congedo potrà essere concesso solo in quel caso e, comunque, ad un solo genitore (o ad entrambi, ma alternativamente).

Quanto durerà la quarantena?

Il nuovo Dpcm ridurrà i giorni di quarantena, che passeranno dagli attuali 14 a 10.

Quarantena dopo il rientro dall’estero: come funziona?

Chi rientra, o entra, in Italia da Francia, Belgio, Regno Unito, Repubblica Ceca e Paesi Bassi, dovrà obbligatoriamente presentare, oltre ad un’autocertificazione, anche l’attestazione di essersi sottoposto a tampone nelle 72 ore precedenti, e che questo sia risultato essere negativo. Alternativamente, ci si dovrà sottoporre ad un test da effettuare entro le 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale, in attesa dell’esito la persona dovrà osservare l’isolamento fiduciario nella propria abitazione. È altresì tenuto a darne immediata comunicazione del proprio arrivo in Italia al Dipartimento di prevenzione anche se asintomatico. È inoltre tenuto a comunicare al proprio medico eventuali sintomi da covid-19 ed osservare isolamento fiduciario.

Sarà ancora necessario doppio tampone per la fine della quarantena?

No. Se se fino ad oggi era necessario avere un doppio tampone negativo per concludere la quarantena, basterà avere un solo tampone negativo per terminare il periodo di isolamento.

Saranno fermate tutte le attività sportive?

No soltanto le attività sportive che prevedono contatto. Sport come tennis e nuoto potranno continuare regolarmente la propria attività. anche le palestre potranno rimanere aperte lottando ci prego di tutte le precauzioni.

Quando utilizzare la mascherina?

Non si dovrà utilizzare la mascherina per le attività sportive, bensì per quelle motorie. Quindi, chi pratica corsa a livello agonistico non dovrà utilizzare la mascherina, chi si reca al parco a fare una camminata sarà invece obbligato a tenerla.

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