Parla la donna colpita dall’ex a Porto Torres, Ilaria Saladdino.
Dopo un anno in ospedale a causa dell’aggressione a colpi d’ascia dall’ex Fulvio Baule, che ha ucciso i suoi suoceri con la stessa arma a Porto Torres, Ilaria Saladdino è stata chiamata in aula a deporre all’udienza per il duplice omicidio. La donna, protetta da un separé di tela, era stata ridotta in fin di vita dopo l’uccisione di Basilio Saladdino e Liliana Mancusa, i suoi genitori.
Ancora oggi la vittima sta seguendo una terapia riabilitativa e non è ancora in grado di esprimersi, poiché ha amnesie e difficoltà a esprimersi. Ilaria Saladdino, inoltre, ha dichiarato di non ricordarsi più nulla dal giorno dell’aggressione e si è sforzata per esprimersi e rispondere al meglio alle domande della sostituta procuratrice, Enrica Angioni.
La Saladdino non è riuscita a ricordare il momento in cui Fulvio Baule ha impugnato l’ascia e ha colpito a morte prima il padre e poi la madre in strada a Porto Torres, accanendosi anche su di lei. La sera del 26 febbraio 2022 il marito, da cui si era appena separata, le aveva riportato i due gemellini di due anni nati dalla loro unione. La donna racconta che da tempo viveva con i genitori a Porto Torres e avevano litigato perché lui non voleva mantenere i figli.
Ma Ilaria non ricorda altro: “Gli ho detto che sarei andata dall’avvocato e poi mi sono allontanata con il passeggino”, ha detto in aula, davanti alla Corte presieduta dal giudice Massimo Zaniboni. Quindi ha spiegato i motivi della separazione: “Avevo paura”, ha detto. Ha raccontato di una gravidanza complicata, portata avanti con la poca assistenza del marito e delle tensioni in casa, soprattutto con la famiglia di lui. “Adesso sto bene”, ha detto rispondendo alla pm e all’avvocati di parte civile Gabriele Satta, Gianmario Solinas e Silvia Ferraris. “Ho problemi a un braccio, e vado dal logopedista”. Fulvio Baule, assistito dall’avvocato Nicola Lucchi, era in aula e ha ascoltato le parole della moglie tenendosi la testa tra le mani. Lui parlerà nella prossima udienza, il 14 novembre, spiegherà perché, un anno e mezzo fa, ha impugnato l’ascia che teneva nel portabagagli della sua auto e ha ucciso senza pietà i suoceri.