Detenuto morto in carcere a Bancali, indagini sulle cause

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Indagini sulla morte di un detenuto a Bancali.

Sono in corso le indagini sul detenuto trovato senza vita nella sua cella nel carcere di Bancali a Sassari. Il corpo dell’uomo, di nazionalità italiana, è stato scoperto questa mattina, come ha reso noto il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Il caso a solo due mesi di distanza dall’altra tragica morte avvenuta il 21 aprile scorso, dove un giovane olbiese ha perso la vita in modo tragico, inalando una bomboletta di gas. La vittima aveva solo 24 anni.

Nel penitenziario sassarese le vittime continuano a crescere. Uno dei casi più noti è la morte di Erik Masala, la cui famiglia non crede al suicidio. La sua scomparsa è avvenuta nel 2023 e l’uomo era un papà di soli 26 anni. Come ha confermato il Sappe, nel penitenziario sassarese è in crescita il disagio dei detenuti, ma anche del personale.

Antonio Cannas, delegato del Sappe per la Sardegna, ha definito ogni decesso in carcere come una sconfitta per lo Stato. Il segretario generale Donato Capece ha parlato di “dramma evitabile” e ha puntato il dito contro l’inerzia istituzionale: le criticità del sistema penitenziario sono note da tempo, ma le soluzioni proposte vengono sistematicamente ignorate.

Come riscontrato dal sindacato, le problematiche delle morti nel carcere di Bancali sono legate sia al sovraffollamento che alle fragili condizioni psichiatriche di tantissimi detenuti. Un grave problema è quello della soppressione della sanità penitenziaria interna, che aggrava la loro salute. Oltre alle morti sono in crescita le aggressioni agli agenti, che non riescono più a gestire la situazione.

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