Diabete di tipo 1, il triste primato della Sardegna: seconda solo alla Finlandia

Sono oltre 12 mila gli adulti ogni anno.

E’ la Sardegna la regione che da sempre detiene il triste primato italiano d’incidenza di diabete di tipo 1. Con oltre 12mila adulti, più di 1.500 under 18 e circa 120 esordi all’anno, la Sardegna si colloca anche ai vertici della classifica mondiale, seconda solo alla Finlandia. Ma a completare l’infelice classifica, si aggiunge la difficile situazione che rallenta le procedure sulle forniture di device, sensori e microinfusori, meglio commentate da tre clinici e della regione e da chi rappresenta i pazienti diabetici

I pazienti devono essere supportati dal team diabetologico nella gestione responsabile della malattia non solo attraverso l’educazione terapeutica ma anche dotandoli di strumenti e risorse che gli aiutino ad assumersi il compito di curarsi. L’utilizzo delle tecnologie di nuova generazione, intese sia come microinfusori che sensori per il monitoraggio glicemico, rappresenta un valido alleato nella sfida alla cura al diabete. 

“Attraverso queste intelligenze artificiali si trova supporto nel cercare di mimare la fisiologia della secrezione insulinica endogena, personalizzare e gestire i boli, monitorare costantemente le glicemie, riducendone le escursioni e quindi il tempo passato in ipo/iperglicemia e aumentando il così detto time in range. La tecnologia consente di instaurare un’alleanza terapeutica col paziente, promuovere il suo empowerment e la conoscenza della malattia, sartorializzare al massimo la cura.  Così come l’abito non deve appendersi al corpo – precisa Mariangela Ghiani, vice presidente della Società Italiana di Diabetologia Regione Sardegna – ma seguire le sue linee e accompagnare chi lo indossa, così la tecnologia consente di tagliare il vestito terapeutico adattato alle esigenze del singolo. Infatti è vero che questi pazienti hanno il diabete, ma ognuno ha il suo diabete e lo rielabora, lo vive e lo gestisce in maniera differente. L’utilizzo delle risorse tecnologiche può sortire effetti positivi efficaci non solo sul quadro metabolico, ma sulla globalità del benessere biologico, psicologico, relazionale degli affetti”.

“In Sardegna purtroppo, ancora oggi le persone con diabete non possono usufruire di tutte le tecnologie che oggi il mercato offre. Questo perchè le procedure per la fornitura di questi strumenti altamente tecnologici è obsoleta – continua Gianfranco Madau, Presidente AMD Associazione Medici Diabetologi Regione Sardegna – e non aggiornata con l’immissione sul mercato degli aggiornamenti della tecnologia. Per cui le persone con diabete in Sardegna sono svantaggiate nell’accesso alle nuove tecnologie rispetto alle persone con diabete del resto dell’Italia. Alcuni farmaci per il diabete tipo 2 non sono ancora prescrivibili in Sardegna, mentre lo sono nel resto dell’Italia. Questi farmaci, è dimostrato, garantiscono, rispetto ai vecchi farmaci, un miglior controllo della glicemia, una maggiore sicurezza nell’uso, riducono le ipoglicemie hanno dimostrato benefici cardiovascolari”.

“Attualmente in Sardegna, dopo la recente entrata in vigore dell’accordo Quadro della regione Piemonte, possono essere prescritti un numero limitato di device. Dopo questo periodo di emergenza – conclude Ghiani – stiamo aspettando fiduciosi che la Regione Sardegna recepisca gli aggiornamenti tecnologici in modo da garantire un equo accesso alle cure”.

Condividi l'articolo