Dopo gli studenti, la protesta dei presidi di Sassari: “Siamo allo stremo”

I dirigenti delle scuole di Sassari.

Abbiamo sulle spalle un’enorme responsabilità”. Antonio Deroma, dirigente scolastico del liceo classico “Azuni” di Sassari, racchiude in una frase la situazione dei presidi cittadini e non, stretti tra l’emergenza covid e l’ordinaria amministrazione. Ma proprio questo secondo aspetto passa ormai in secondo piano a fronte del dilagare dei casi da variante omicron in tutta Italia con ricadute inevitabili sul ritorno in classe per studenti e professori. E se il governo ha deciso per il rientro questo lunedì, molti dirigenti avrebbero voluto rinviare le lezioni in presenza di un paio di settimane. “Si sarebbe trattato – afferma Gianfranco Strinna, guida delle Magistrali “Margherita di Castelvì – di una misura temporanea per consentire uniformità di azione e di gestire questa fase delicata della pandemia in una situazione di sicurezza maggiore“.

D’altra parte nessuno vuole il ripristino prolungato della dad. “Ha creato molti problemi – dichiara Nicoletta Puggioni, preside dell’istituto tecnico ‘Devilla’ – sia sotto il profilo psicologico e sociale che sotto quello didattico”. Il primo elemento è ormai un’evidenza. “E’ molto aumentata – riferisce Strinna – la richiesta di aiuto psicologico da parte dei ragazzi. Per rispondere a questo fabbisogno abbiamo attivato un servizio apposito”. Un sostegno che non contempla soltanto i ragazzi. “Il disagio – aggiunge Deroma – è di tutti i lavoratori del comparto, dirigenti compresi”. D’altronde i presidi sono ormai impegnati a tutto campo, costretti a intervenire sempre tempestivamente come nel caso dell’agitazione proclamata lunedì dagli alunni. “Ho arginato – conferma Puggioni – lo sciopero con un messaggio inviato alle famiglie sulla pagina facebook della scuola in cui ho scritto: “E’ il momento della responsabilità, non del caos”.

La confusione talvolta però regna su sfere ben più alte. “Innegabile il grande aiuto datoci dalle istituzioni – interviene il preside dell’Azuni – ma la produzione di nuove normative, con l’evolversi della pandemia, è troppo incalzante. Dalla sera alla mattina ci troviamo a fare esegesi di norme che spesso sono in contrasto tra di loro”. Un surplus di lavoro che, in certe occasioni, causa sconforto. “Soffriamo della sindrome di Schettino”, conclude Deroma, paragonando se stesso e i suoi colleghi al comandante della Concordia che si mise in salvo mentre la nave affondava. Per fortuna tutti i dirigenti, al momento, mantengono ben dritta la rotta.

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