Don Gaetano e l’omicidio di Cinzia: “Storia di droga, ma può capitare a tutti”

Don Gaetano Galia parla della tragedia di Cinzia, di Ragnedda e dei problemi con la droga

Il cappellano di Bancali, don Gaetano Galia, parla della tragedia di Cinzia Pinna e analizza i problemi che ci sono con la droga. Quello è lo scenario in cui si è mosso l’assassino, ma quello è lambito in cui gravitano tantissime persone. Per questo don Gaetan ricorda che pure le famiglie con principi rigorosi e una sana educazione possono trovarsi ad avere a che fare con la droga e i suoi demoni.

“Femminicidio e storia di droga”

“In riferimento alla vicenda dell’omicidio di Palau, mi prendo sempre qualche giorno per riflettere. L’istintività non è mai segno di equilibrio. La riflessione che ne scaturisce è che oltre al femminicidio, qui si somma una storia di droga, che chiaramente non sminuisce il reato, per cui stiano tranquilli quelli che hanno paura che ci sarà uno sconto di pena. Non è questo il problema: intanto chi non ha mai letto il Codice penale dovrebbe avere la prudenza di non esprimere giudizi affrettati. Come mia madre che per questo genere di reati invoca sempre la pena di morte. Ma la legge non lo prevede”.

“Qui si aggiunge un dubbio molto più ampio che è dettato dal problema del consumo di droghe. Qui c’è un contesto che riguarda tutti i nostri figli, che sono attratti dalle sostanze. C’è da chiederci: che succede? Quale vuoto riempiono attraverso il consumo di droghe? Le ricerche ci dicono che i ragazzi iniziano a drogarsi per gestire le frustrazioni, per divertirsi, per fronteggiare un dolore, per la noia, per trasgredire, per prolungare le prestazioni lavorative, ricreative e sessuali”.

“Reati collegati con la droga”

“Allora dovremmo ragionare in termini preventivi: cosa proporre ai nostri giovani per aiutarli a gestire queste situazioni della vita in maniera naturale, senza l’ausilio di sostanze che apparentemente, sedano le difficoltà, ma le ripresentano in maniera tale e quale a prima, col problema in più del reperimento dei soldi per la droga, con i problemi che vedo in carcere con i reati di spaccio: furti, violenze, estorsioni, ricatti o prostituzioni, tutti reati collegati con la droga! Forse ci dobbiamo chiedere cosa stiamo sbagliando, che valori stiamo proponendo, quali mancanze abbiamo da genitori e educatori. Tutte domande che vengono provocate da certe situazioni drammatiche che viviamo”.

“Beato chi ha le soluzioni e vedo sui social sono tutti bravi a condannare e giudicare, senza analizzare le cause. Cercare le cause è un segno di competenza e professionalità. Non la rabbia istintiva che non produce soluzioni. Forse anche i genitori di Ragnedda, persone per bene, erano rigidi nel giudicare gli altri. Ma chi ha figli non dovrebbe avere l’arroganza di condannare, sarebbe meglio tacere, perché a tutti noi, nonostante la buona educazione che tentiamo di dare ai nostri ragazzi, potrebbe capitare una simile tragedia”.

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