Il processo che vede come parte lesa la Meloni, vittima di deepfake porno.
Non è stato rinvenuto il computer con cui sarebbero stati realizzati e successivamente pubblicati su un sito a luci rosse i video porno finti, in cui il volto della premier Giorgia Meloni era stato digitalmente sovrapposto a quello delle attrici. Per questa vicenda sono finiti a processo padre e figlio, entrambi originari di Sassari.
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Nel processo in corso presso il Tribunale di Sassari, che vede imputato un 40enne originario del capoluogo turritano, questa mattina hanno deposto due agenti della polizia postale e un perito informatico incaricato degli accertamenti. I due agenti, uno in servizio a Roma, dove nel 2020 sono partite le indagini, e l’altro del compartimento di Sassari, hanno ricostruito davanti alla giudice Monia Adami le fasi che hanno portato all’identificazione e alla denuncia dell’imputato.
Il primo agente, rispondendo alle domande della pm Maria Paola Asara, dell’avvocata Maria Giulia Marongiu (parte civile per Meloni) e del legale della difesa Marcello Serra, ha spiegato che, a seguito della segnalazione della presenza del video online, la polizia ha contattato i gestori del sito statunitense dove era stato pubblicato, riuscendo a ottenere gli indirizzi IP e lo username utilizzati per il caricamento.
È stata inoltre richiesta e ottenuta la rimozione dei contenuti. L’agente del compartimento di Sassari ha poi descritto la perquisizione eseguita nell’abitazione dove il 40enne viveva con i genitori, precisando che non è stato rinvenuto alcun computer o altro dispositivo informatico, ad eccezione di due telefoni cellulari, successivamente sequestrati.
Proprio questi dispositivi sono stati oggetto di analisi da parte dei consulenti tecnici nominati dalla Procura. Uno di loro, ascoltato in aula, ha riferito che non è stata trovata alcuna traccia dei video né elementi che facciano pensare a un coinvolgimento diretto nella registrazione sul sito porno. Ha inoltre sottolineato che i video in questione sembrano essere stati creati utilizzando un software di livello altamente professionale per l’epoca. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 23 settembre, quando saranno ascoltati i testimoni della parte civile.