Le miniere che potrebbero riaprire tra Sassari e Nuoro.
Un potenziale tesoro giace sotto il suolo sardo, con miniere che potrebbero riaprire e rilanciare l’industria estrattiva tra Sassari e Nuoro. In provincia di Sassari, precisamente ad Olmedo, si trova una delle più grandi miniere di bauxite, dove attualmente lavorano 25 operai stabilizzati dalla Regione lo scorso anno. Questo sito rappresenta una delle risorse minerarie più importanti della zona.
Nel frattempo, in provincia di Nuoro, è in fase di autorizzazione un progetto per la valorizzazione dei minerali di ferro nel sito minerario di Gadoni. Parallelamente, in provincia di Cagliari, la miniera di Silius, gestita dalla Mineraria Gerrei, continua a operare. Grazie a un investimento che supera i 40 milioni di euro, questo progetto mira a rilanciare la produzione di fluorite e galena, con la possibilità di esplorare anche il potenziale delle terre rare.
Nonostante questi progetti, le prospettive di sviluppo di nuovi giacimenti o l’ampliamento di quelli esistenti sono ostacolate dalla carenza di conoscenze approfondite sui potenziali giacimenti. Negli ultimi quarant’anni, la ricerca di base e operativa è stata pressoché inesistente. La Società Rimin, che ha condotto la ricerca di base per conto dello Stato, ha lasciato gran parte delle informazioni negli archivi del ministero dello Sviluppo Economico, senza produrre le conoscenze specialistiche necessarie per lo sviluppo minerario.
Le miniere italiane di minerali metalliferi sono state abbandonate principalmente per motivi economici, poiché l’importazione a basso costo era considerata più conveniente rispetto agli investimenti necessari per modernizzare miniere obsolete dal punto di vista ambientale e tecnologico. Questo abbandono ha comportato la perdita progressiva delle competenze scientifiche, tecnologiche e gestionali in materia mineraria.
Per ricostruire queste competenze, è necessario avviare specifici processi formativi che coinvolgano università, enti di ricerca, associazioni e ordini professionali, oltre a valorizzare le professionalità italiane che lavorano all’estero. Solo così si potrà rilanciare in modo efficace l’industria mineraria italiana, sfruttando al meglio le risorse del territorio.