L’ordinanza del sindaco di Porto Torres per la messa in sicurezza del capannone ex Safisarda.
Dovranno essere eseguiti entro trenta giorni gli interventi di messa in sicurezza del capannone industriale ex Safisarda a Porto Torres, dopo l’incendio il 5 maggio scorso. Le fiamme si sono sviluppate all’interno della struttura situata al civico 42 di via Pigafetta. Coinvolta anche la copertura centrale dell’edificio per una superficie di circa 1.500 metri quadrati.
Il rogo ha interessato la guaina catramata e il materiale isolante utilizzati per l’impermeabilizzazione del tetto. Ciò ha causato una densa colonna di fumo visibile anche a grande distanza. L’intervento dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Sassari, giunti presso il capannone della ex Safisarda di Porto Torres con cinque mezzi, ha impedito che le fiamme si propagassero ulteriormente. La loro azione tempestiva è stata resa ancor più difficile dal vento presente nella zona industriale.
Secondo quanto riportato nell’ordinanza firmata dal sindaco Massimo Mulas, le fiamme sarebbero state generate dalle lavorazioni di riparazione dell’impermeabilizzazione. Tali operazioni prevedono anche il riscaldamento della guaina. L’incendio ha compromesso completamente la copertura della porzione centrale dell’immobile, lasciando in piedi soltanto le strutture portanti.
A seguito del sopralluogo effettuato dai tecnici al termine delle operazioni di spegnimento, è emersa la necessità di interventi immediati per eliminare ogni situazione di pericolo. Sebbene non siano stati riscontrati danni strutturali visibili, i vigili del fuoco hanno ritenuto fondamentale sottoporre le strutture a ulteriori verifiche approfondite. L’obiettivo è quello di escludere rischi di cedimenti. Gli interventi saranno eseguiti dalla società proprietaria, la Pocarf Srl, con sede a Sassari, che dovrà affidare a un tecnico qualificato le operazioni di consolidamento e risanamento.
Le sanzioni previste.
Il provvedimento vieta l’utilizzo, anche temporaneo o per semplice passaggio, delle aree interessate fino al completamento delle verifiche. Come scrive La Nuova Sardegna, in caso di mancato rispetto dell’ordinanza, è prevista una sanzione amministrativa compresa tra i 25 e i 500 euro.