Il numero dei laureati a Sassari.
Il numero dei laureati fatica a crescere in Italia, con ampi divari territoriali e il sud Italia che presenta ancora percentuali molto basse. Tra le regioni con i minori laureati c’è la Sardegna, con realtà rurali o dell’entroterra dove, per diversi motivi, a raggiungere questo titolo di studio è poco più del 10% della popolazione.
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A svelarlo è un nuovo studio sulla povertà educativa del portale Openpolis, che si rifà su dati Istat del 2021. Secondo l’analisi, a Sassari il numero dei laureati 25-49 anni è solo del 31,2%, ma è una delle percentuali più alte nell’Isola. Sassari è dunque la terza città per numero di laureati con Cagliari (41%), Nuoro (31,6%), Sassari (31,2%), Oristano (30,7), tra le città più grandi, ma è sesto tra i comuni nell’Isola poiché il secondo posto è ottenuto da Anela ( 39,3%), Cheremule (34,4%), Simala (OR) 34,6%, Scano di Montiferro (Oristano) al 33,4%.
Tra le città più grandi il divario con Cagliari è evidente. Nel capoluogo della regione i laureati nel 2021 erano il 41% della popolazione tra i 25 e i 49 anni: una delle percentuali più alte in Italia (nel Paese la media dei laureati è di 30,6%), con numeri che non si differenziano di molto dalla media europea (43,1%).
Si parla di dieci punti percentuali di differenza tra la città del nord Sardegna e il capoluogo sardo. Le cause possono essere molteplici, tra cui i maggiori sbocchi occupazionali offerti ai laureati che vivono a Cagliari e, dunque, nelle città più grandi. Un’altra causa può essere legata al minore abbandono scolastico degli studenti nelle scuole superiori. Se i dati di Sassari possono sembrare deludenti, però, come detto, sono tra i più alti dell’Isola e oltre la media nazionale. Una ragione è legata dal fatto che in città esistono numerosi corsi di laurea e che gli studenti non devono affrontare spese ulteriori per gli alloggi e non devono affrontare viaggi.
Non stupisce che più le aree sono lontane dalle università più si riduce la percentuale delle persone della stessa fascia di età in possesso di un titolo terziario. Un’altra ragione, come esplicitata prima, è la riduzione degli sbocchi professionali per i laureati che spinge la popolazione a orientarsi verso lavori ”tradizionali” e non specializzati.
Se analizziamo la provincia di Sassari, i divari sono ampi con i paesi della provincia, dette “aree periferiche”. Ad esempio, a Sorso la percentuale dei laureati è del 17,7%; a Porto Torres si riduce al 22%, mentre comuni più lontani come Mores è del 12,9%. Nella costa est, a Olbia, il numero degli aventi titolo di studio terziario è solo del 21,2%. Qui la scelta formativa è limitata, ma è cresciuta tantissimo negli ultimi anni.
In Gallura i divari nei diversi comuni sono comunque altissimi se paragonati ai paesi della provincia ovest. Ad esempio, ci sono comuni come Padru, dove la percentuale di chi è in possesso di laurea arriva al 10%. Limitati sono i corsi di laurea a Nuoro, ma il numero dei laureati supera di poco quello di Sassari, con una percentuale del 31,6%. Percentuali minori di laureati si trovano in provincia di Oristano e al Sud Sardegna, con Ballao dove appena il 7,9% della popolazione ha un titolo terziario.
Come analizzato prima, ci sono piccole realtà dove il numero dei laureati supera quello di Sassari. Secondo lo studio di Openpolis le cause da analizzare sono altre. ”Quando i genitori non hanno il diploma, quasi un giovane su 4 (23,9%) abbandona precocemente gli studi e solo il 12% dei figli raggiunge la laurea o un altro titolo terziario. Al contrario, se almeno un genitore è laureato, la percentuale di abbandoni precoci della scuola scende al 1,6%, mentre quasi il 70% arriva a laurearsi. Queste tendenze aiutano a comprendere quanto l’incidenza di adulti laureati sia un fattore rilevante anche rispetto alle politiche di contrasto della povertà educativa”, si legge nel testo.