Lavoratori del wedding e precari della scuola scendono in piazza, la doppia protesa a Sassari

Giornata di proteste a Sassari.

I lavoratori del wedding e i precari della scuola scendono in piazza a Sassari per chiedere l’aiuto del governo.

Giornata di proteste stamattina a Sassari. A scendere in piazza per primi, questa mattina, i precari della scuola, sull’onda dell’agitazione nazionale indetta dal sindacato Cobas. “Chiediamo che l’istruzione torni al centro delle priorità del governo”, afferma Tatiana Giuranna del coordinamento precari Sassari. Un nuovo corso che, secondo i docenti e il personale Ata, va incanalato per “abbattere le classi pollaio” e negli investimenti edilizi sugli istituti scolastici. Ma è sempre l’annoso problema del precariato a tenere banco: “Vivo questa condizione dal 1998”, sottolinea un insegnante. “Mi auguro che l’esecutivo metta fine a una situazione insostenibile“.

E insostenibile è anche la condizione di chi lavora nel comparto dei matrimoni, protagonisti, in piazza Castello, dell’altra protesta in città. Fermi da un anno e senza nessuna garanzia, vedono il proprio futuro sempre più nero nonostante i ristori ricevuti. “Sono appena il 4% rispetto alle perdite subite”, rimarca Massimo Plazzoli, organizzatore di “Insieme per il wedding”. A questo numero vanno aggiunti quelli della crisi del comparto. “Meno 90% del fatturato e un milione di posti di lavoro a rischio”, continua Plazzoli che poi riferisce come siano le donne a pagare il prezzo più alto del crollo del settore.

E sono proprio loro a confermarlo. “Lavoro come wedding planner”, riferisce Maria Giovanna Pani. “Sono già saltati i mesi di aprile e maggio e non so se ci sarà una stagione estiva.” Stesso discorso per le lavoratrici degli atelier, privi di sposi e spose da vestire, così come i ristoratori che sono costretti a fare scelte dolorose: “Chiudo il ristorante e rinuncio all’asporto”, denuncia Manuela Mura. “Non ne vale la pena. Ho 12 dipendenti in cassa integrazione e non so più che fare”. Per uscire dalla strozzatura serve un intervento del governo come conferma Giuseppe Boccia, presidente di Confesercenti: “I lavoratori del comparto hanno la vitale esigenza di avere linee guida che gli consentano di sopravvivere e, in seguito, di programmare.” La palla passa ora al premier Mario Draghi e al suo esecutivo: il wedding non può più aspettare.

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