Liste d’attesa troppo lunghe a Sassari: “In tanti rinunciano alle cure”

Le liste d’attesa troppo lunghe a Sassari.

È evidente, sia dai rapporti delle agenzie indipendenti che dalle continue segnalazioni dei cittadini, che il Sistema Sanitario Nazionale, anche a Sassari, stia affrontando una fase di notevole criticità, aggravata dalla pandemia.

“Risulta evidente la difformità tra principi e realtà attuale – afferma il presidente dell’Ordine dei medici di Sassari, Nicola Addis -. Le soluzioni proposte non sembrano risolutive e alcune potrebbero, come le proposte di Autonomia Differenziata, creare un solco ancora più profondo tra le Regioni con maggiori criticità rispetto alle altre”.

“Il divario nell’accesso alle cure è troppo elevato per poter essere sanato con provvedimenti limitati – prosegue Addis -. La difficoltà è notevole per la nota carenza di personale sanitario e di tecnologie, accentuata dalla disomogenea distribuzione delle strutture private cui anche i cittadini più abbienti hanno difficoltà di accesso. Preoccupa ancor più, che in uno scenario di crisi economica, milioni di cittadini non abbiano accesso o rinuncino alle cure. Per questi motivi ho deciso di scrivere alla Presidente del Consiglio, al ministro della Salute e all’assessore alla Sanità della Regione Sardegna per fare una proposta sicuramente rivoluzionaria. Ovvero una terapia d’urto, che a mio parere potrebbe cambiare radicalmente lo scenario, almeno nel breve periodo: un vero e proprio piano Marshall con concentrazione del massimo delle risorse economiche recuperabili, giustificate dal fatto che la Salute è l’elemento primo nella vita di una Persona, superiore a tutti gli altri. Anzi causa spesso di difficoltà economiche”.

Secondo il presidente è necessario mettere in campo tutte le risorse possibili per alcuni anni, il tempo che tutte le altre soluzioni proposte in questi mesi diano una risposta soddisfacente, per dare la possibilità a tutti i cittadini di accedere, indistintamente, in base ai tempi di risposta delle prestazioni sanitarie, alle strutture pubbliche o private.

“La copertura economica della differenza tariffaria e anche nel caso di esenzione dal pagamento del ticket dovrà essere garantita dallo Stato o dalle Regioni. Mi rendo conto della difficoltà attuativa di una simile proposta, ma mi auguro, anzi sono certo che le autorità preposte trovino le soluzioni per dare una risposta ormai indifferibile al bisogno di salute dei cittadini“, conclude Addis.

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