Mafie, droga e attentati: è allerta per la sicurezza nel Sassarese

Allerta per la questione sicurezza nel Sassarese.

Un territorio sotto osservazione, dove la Prefettura tiene alta l’attenzione e le Forze dell’Ordine lavorano senza sosta per garantire la sicurezza nel Sassarese. In provincia, la gestione dell’ordine pubblico si confronta con una molteplicità di fenomeni che, pur non generando un allarme immediato, segnalano episodi da monitorare. Tra criminalità di matrice internazionale, atti intimidatori e danneggiamenti di natura dolosa, il contesto appare complesso, stratificato e in continua evoluzione.

La Prefettura in prima linea per garantire la sicurezza nel Sassarese.

Nel contesto cittadino sassarese e nei centri dell’hinterland, episodi riconducibili a tensioni sociali, vendette trasversali o tentativi di affermazione criminale confermano l’importanza di un presidio istituzionale capillare. La Prefettura affronta queste situazioni attraverso una strategia fatta di vigilanza, indagini mirate e un costante confronto nei tavoli del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza. L’obiettivo è mantenere il controllo del territorio, contenere l’espansione di fenomeni criminali e proteggere la cittadinanza da derive pericolose.

Restano in carcere i 14 cittadini appartenenti alla mafia nigeriana.

Tra i casi più rilevanti, rimane ferma la misura cautelare per 14 cittadini nigeriani coinvolti nella maxi operazione antidroga e contro la mafia nigeriana, condotta lo scorso maggio dalla polizia di Stato a Sassari. Il tribunale del Riesame di Cagliari ha respinto tutte le richieste di attenuazione avanzate dai loro difensori, confermando così il rigore della custodia in carcere. La maggior parte degli indagati è stata trasferita in diverse strutture penitenziarie italiane, tutte con regime di alta sicurezza, ad eccezione di uno che rimane recluso nel carcere di Bancali. L’inchiesta, svolta in sinergia con varie questure italiane, ha portato all’arresto complessivo di trenta persone sparse sul territorio nazionale, con accuse che vanno dall’associazione mafiosa al traffico internazionale di stupefacenti.

Gli incendi dolosi che hanno coinvolto numerose auto.

Nel frattempo, nella città di Sassari si sono verificati diversi incendi che hanno alimentato la preoccupazione e impegnato i vigili del fuoco. Pochi giorni fa, sabato notte, un’auto è stata completamente distrutta dalle fiamme in via Michelangelo Buonarroti, con un secondo mezzo adiacente danneggiato gravemente.

Questo episodio si aggiunge ad altri simili registrati nei mesi scorsi, come quello del 14 maggio in via Veronese e la notte tra il 3 e il 4 maggio in via Goceano, quartiere Monte Rosello Alto, dove le fiamme avevano minacciato anche l’abitazione di una donna di 83 anni, provocando danni ingenti e fortunatamente senza vittime. Episodi analoghi si erano verificati nelle settimane precedenti, con auto avvolte dal fuoco in varie zone della città e un uomo leggermente intossicato in seguito all’incendio di una Golf in piazza Mercato. L’origine dolosa di questi incendi è stata più volte ipotizzata sia dai carabinieri che dalla polizia di Stato.

Le intimidazioni alle attività commerciali di Ittiri.

Anche nel comune di Ittiri sono state registrate intimidazioni gravi, con due episodi. Un incendio doloso aveva colpito un centro estetico lo scorso 15 gennaio. Un mese dopo ignoti hanno sparato con un fucile calibro 12 contro un barber shop di via Roma. L’attacco, avvenuto intorno alla mezzanotte con almeno tre colpi di fucile, è ancora oggetto di indagini da parte dei carabinieri.

Le infiltrazioni camorristiche ad Alghero.

Negli ultimi anni, si è presentato anche il tema delle presunte infiltrazioni camorristiche nell’economia di Alghero. Il dibattito si è arricchito di recente con le osservazioni del giornalista e scrittore Roberto Saviano, il quale ha sottolineato come in Sardegna le organizzazioni criminali tendano a strutturarsi non tanto come mafie tradizionali, quanto piuttosto come gruppi di banditi specializzati in assalti a portavalori. L’analisi ha aperto una riflessione sulla criminalità organizzata nell’isola. Sullo stesso fronte si è espresso Luigi Patronaggio, procuratore generale di Cagliari, rafforzando la necessità di una visione trasparente e leale nei confronti della questione.

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