Porto Torres piange la scomparsa di Salvatore Mura, campione del ring

E’ morto ieri notte Salvatore Mura, pugile sardo di grande talento.

“Ha sempre avuto un grandissimo coraggio”. Così Domenico Mura ricorda suo fratello Salvatore, ex campione del ring turritano, scomparso ieri notte a 49 anni dopo una lunga malattia. Precoce per lui l’inizio coi guantoni appena tredicenne nella storica palestra del Boxing club Porto Torres iniziato da suo padre Comida, anche lui boxeur, “per gioco” ma anche per risolvere un problema di peso.

Da 80 kg a 63 in pochi mesi”, ricorda Domenico, comunicando la determinazione del fratello negli allenamenti subito notata anche da Alberto Mura, uno dei più grandi maestri della boxe sarda e alto dirigente della Federazione Boxe, di cui Salvatore fu tra i primi allievi. Poi il salto verso la categoria dei grandi, il training nelle Collegiali con la nazionale e il raggiungimento di traguardi come il titolo di vicecampione italiano nelle Giovanili del 1988 e il bronzo agli Assoluti di Roma nel 1995. Da peso medio-massimo incrocia i guantoni coi big senza arretrare di un centimetro.

Un caso su tutti è l’incontro rimasto negli annali con il fresco olimpionico e 4 volte tricolore Gioacchino Mocerino nel 1996. Mura dà del filo da torcere all’avversario più titolato e forse merita una vittoria che gli arbitri gli negano. “Non mollava mai – afferma Domenico, uno dei più importanti pugili isolani degli ultimi anni – dava l’anima. Questo mi impressionava e voglio ricordare di lui: non ha mai avuto paura”. I funerali di Salvatore Mura, che lascia tre figli e una moglie, si terranno domani alle 15 nella chiesa di Santo Spirito a Porto Torres.

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