“Pecorino crotonese” prodotto a Thiesi, c’è una condanna per frode in commercio

Violata la denominazione di origine protetta, il pecorino crotonese era prodotto a Thiesi.

Un formaggio etichettato come “Pecorino Crotonese Dop” ma prodotto a Thiesi e destinato al mercato nordamericano è al centro di una vicenda giudiziaria partita dopo una denuncia del presidente del Consorzio del Pecorino Crotonese per la violazione dell’articolo 517 bis del codice penale, che punisce la vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas di Sassari.

Le indagini.

I militari hanno accertato che dallo stabilimento di un noto caseificio di Thiesi, nel Meilogu, sarebbero partite centinaia di forme di formaggio ovino etichettate con marchi e dati non corrispondenti alla realtà. Il prodotto, secondo l’accusa, veniva poi esportato in Canada come autentico “Pecorino Crotonese Dop”. Denominazione che identifica un formaggio protetto dal 2014 e che può essere realizzato soltanto nelle province di Crotone, Cosenza e Catanzaro, secondo un preciso disciplinare di produzione.

Nel corso di un blitz del 2018, i militari hanno sequestrato bobine di etichette contraffatte e documentazione riferita a lotti già commercializzati. La Procura ha stimato che in quell’anno l’attività contestata abbia generato un profitto di circa 80 mila euro.

Il processo.

A giudizio sono finiti Paolo Mannoni, 74 anni, titolare del caseificio. E Paola Contini, 71 anni, all’epoca amministratrice di una società di commercializzazione di prodotti lattiero-caseari.

Come scrive La Nuova Sardegna, Mannoni è stato codannato a sei mesi di reclusione e a 2.000 euro di multa. La pena è stata sospesa. Disposta anche la confisca e la distruzione delle etichette sequestrate. Contini è stata assolta con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Gli atti sono stati trasmessi alla Procura per valutare l’ipotesi di falsa testimonianza nei confronti di un testimone della difesa.

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