L’adolescente di Alghero è stato picchiato da coetanei.
Un ragazzo di 16 anni è stato picchiato da un gruppo di coetanei ad Alghero. È accaduto sabato notte in zona Carrabuffas, dove, stando alla ricostruzione, l’adolescente è stato attirato con la scusa di una sigaretta e aggredito riportando diverse lesioni guaribili in 15 giorni, secondo la prognosi ricevuta all’ospedale.
L’aggressione è avvenuta sotto gli occhi terrorizzati dei passanti. In poche ore le voci hanno fatto il giro della cittadina che è rimasta molto scossa per l’accaduto. I racconti dei passanti e delle persone accorse subito dopo il pestaggio hanno descritto una scena dura. La madre del giovanissimo ha lanciato un appello sui social con la speranza che le istituzioni condannino l’accaduto.
La ricostruzione e l’appello della madre.
Una scusa per attirare il giovane in una trappola. Sabato sera il 16enne avrebbe ricevuto una chiamata da un conoscente che lo avrebbe invitato a scendere per fumare una sigaretta. L’aggressione ha causato una lesione all’orecchio, un trauma facciale e diverse escoriazioni.
A ricostruire la dinamica non sono solo i passanti che hanno richiesto l’intervento del 118 e dei Carabinieri, ma anche la madre del giovane, la quale ha parlato proprio della trappola utilizzata per fare uscire il figlio di casa. ”Credo che sia ora che qualcuno prenda seri provvedimenti, ma fare arrivare queste tematiche al banco dei nostri politici sembra impossibile, ha dichiarato la donna. La madre del sedicenne ha descritto nei dettagli la brutalità del pestaggio: Preso a calci, pugni con l’utilizzo perfino di una bottiglia di vetro”.
L’analisi dello psicologo Pirovano sui modelli violenti.
La violenza dei giovani è in crescita anche in provincia di Sassari, a causa di modelli violenti veicolati sui social e di una società che non riesce a lavorare sulla prevenzione del bullismo. È il pensiero di Gianluigi Pirovano, psicologo di lunga esperienza ad Alghero, che ha raccontato il suo punto di vista sull’impatto dei social sui giovani.
”C’è bisogno che la società e il governo italiano intervengano con delle norme simili a quelle australiane e svedesi per poter far fronte a campagne di educazione tramite la messa a disposizione di corsi finalizzati all’ottenimento di una patente che garantisca ai giovani la piena consapevolezza dell’uso degli strumenti digitali e dei pericoli annessi alle reti informatiche poiché l’utilizzo inconsapevole e prolungato in epoca giovanile porta a danni mentali importanti”, ha affermato lo psicologo. ”Emergency è il servizio di assistenza psicologica ad Alghero rimangono a disposizione dei giovani e delle persone in difficoltà”, ha aggiunto.
Le parole determinate del consigliere Michele Pais.
Sul caso è intervenuto anche il consigliere Michele Pais (Lega). ”Siamo di fronte a un episodio estremamente preoccupante, che purtroppo non è affatto un caso isolato”, ha dichiarando sottolineando il contesto dell’agguato e sottolinea la bestialità del branco. Define la vicenda ”un campanello d’allarme che non può essere minimizzato né derubricato a semplice disagio giovanile”. Aggiunge: ”Parliamo di vere e proprie bande di delinquenti, giovanissimi ma pericolosi, che vanno affrontati e sanzionati con decisione”.
Pais esprime vicinanza ai familiari della vittima: ”Ho promesso ai genitori che mi farò carico di questa situazione”, ha aggiunto denunciando gli adulti che influenzano i giovani: ”Devono stare in carcere, non inquinare una società già troppo permissiva e giustificazionalista”.
Il consigliere annuncia iniziative istituzionali: ’Mi farò portatore di questa richiesta dal livello comunale a quelli superiori. Mi auguro che questi delinquenti vengano individuati il prima possibile e che sia loro assicurata la giusta sanzione prevista dalla legge. Senza sconti” ha detto chiudendo con un impegno diretto: ”Non lascerò cadere questa vicenda. La città ha diritto alla verità, alla sicurezza e alla certezza che chi delinque, a qualsiasi età, risponda delle proprie azioni”.
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