La Giunta comunale di Sassari ha approvato il progetto per la messa in sicurezza del ponte di Rosello.
La giunta comunale di Sassari ha approvato il progetto definitivo per mettere in sicurezza il ponte di Rosello. L’intervento si inserisce in un piano complesso e articolato che intende salvaguardare un’infrastruttura storica, CXDC X priva di certificazioni strutturali aggiornate e non sottoposta a manutenzione straordinaria da molti anni. Teatro, spesso, della tragica conclusione di vite travagliate.
L’iter del progetto si è avviato con l’assegnazione di un finanziamento da 180.000 € per ingegneria e architettura, stanziato grazie a un decreto del Ministero dell’Interno. Questa prima fase di verifica statica include anche un’analisi approfondita sulla stabilità del muro di sostegno del ponte, in corrispondenza del lato della rotatoria del mercato civico, con particolare attenzione al versante valle.
Il progetto.
Il progetto, promosso dall’allora assessore Gianfranco Meazza, si articola in due lotti. Il secondo lotto contempla una serie di interventi salvavita, necessari a classificare l’infrastruttura come opera strategica. Questa qualificazione risulta indispensabile per attribuire al ponte un livello più alto di tutela e per attivare iter semplificati per calamità naturali.
Durante la progettazione, sono emerse criticità rilevanti: deficit strutturali e mancanza di collaudo ufficiale lo hanno reso “privo di categoria” secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni 2018. Per superare queste lacune, sarà necessario garantire un finanziamento di circa 1,445 milioni di euro, destinato a demolizione controllata e ripristino strutturale.
Il primo lotto verrà realizzato con un budget di 1,445 milioni di euro. Il secondo lotto richiede ulteriori fondi pubblici, per un totale di circa 4,4 milioni necessari a completare il consolidamento dell’intera struttura: l’amministrazione è impegnata nel reperimento dei fondi necessari.
Il ponte, lungo circa 150 metri, collega il quartiere Monte Rosello alla parte più antica della città. Costruito negli anni Trenta per volere di Benito Mussolini, provato da anni di mancati interventi manutentivi, rappresenta ancora oggi un nodo vitale per la mobilità locale.
