A Sassari il popolo del ‘no al green pass’ protesta contro i sindacati

Decine di persone contrarie al green pass si sono ritrovate davanti alla sede della Cgil.

Il popolo sassarese del ‘no al green pass’ e di ‘Libertà e resistenza’ manifesta contro i sindacati. È la sede della Cgil in via Rockfeller a fare da sfondo ieri sera al sit-in di circa quaranta persone armate di cartelli con scritte come “Non è normale un lasciapassare per lavorare”, “Quando la legge è ingiusta disubbidire è un dovere” e “Sospeso”. Proprio quest’ultimo manifesto denuncia, secondo i presenti, la condizione di molti lavoratori “criminalizzati, senza stipendio e lasciati a casa mentre altri hanno ceduto al ricatto vaccinale”. Da qui l’accusa alle parti sociali di mancata tutela di coloro che dovrebbero difendere e di collaborazionismo con la presunta “dittatura tecno-sanitaria” che, secondo i manifestanti, comanda in Italia e non solo.

Le testimonianze di chi vive nel limbo chiariscono la condizione al limite, in particolare in ambito sanitario: “Medici, infermieri – afferma una donna che lavora nel settore e sostiene di non potersi vaccinare per gravi motivi di salute – Oss, figure professionali che hanno sacrificato una parte della loro vita per mettersi a disposizione dei più fragili, ora si trovano smarrite e senza un introito che permetta di vivere in modo dignitoso”. Il silenzio delle parti sociali su queste figure coincide, a detta di un’altra partecipante, con quello mostrato di recente nella vicenda dello sciopero degli autotrasportatori. Partono i cori di “Vergogna!” mentre, a poca distanza, vigilano carabinieri e polizia di Stato.

E’ poi il turno di un insegnante liceale che sottolinea le giravolte del segretario Cgil Maurizio Landini sul tema del lasciapassare verde e dell’obbligo vaccinale e stigmatizza: “I sindacati hanno perso il loro ruolo”. Ci sarebbe in realtà uno che invece lo mantiene, a sentire i promotori, ed è la Fisi, Federazione italiana sindacale intercategoriale, rappresentato dal suo segretario Ciro Silvestri intervenuto per telefono. Quest’ultimo invita a non scoraggiarsi perché “questa divisione la vuole il sistema per costringerci ad accettare l’inaccettabile”. Ma la stanchezza è evidente tra gli “schiacciati al muro”, come li definisce un organizzatore, falcidiati a ogni incontro da sempre più assenze. Riprendono però energia rimettendo nel mirino i sindacati: “Spero che vi guardiate dentro e facciate una conversione interiore”. Prendendo le parti, così vorrebbero i quaranta, di chi dice ‘no al green pass’.  

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