Accusato di riciclaggio a Sassari: imprenditore indagato per la truffa delle criptovalute.
La vicenda culinaria in una accusa di riciclaggio a Sassari prende forma da una proposta arrivata attraverso Telegram, dove un imprenditore di 45 anni, residente in un centro del Sassarese, avrebbe ricevuto l’invito a partecipare a un presunto sistema di guadagni rapidi legati al mondo delle criptovalute.
Secondo quanto emerso, il contatto iniziale prometteva compensi in cambio di semplici attività online, come mettere “like” a foto e video che pubblicizzavano una piattaforma di scambio di criptovalute. Un meccanismo che faceva leva sulla prospettiva di entrate immediate e senza particolari competenze.
I primi versamenti e le promesse mancate.
Dopo i primi passaggi, l’uomo avrebbe atteso i pagamenti promessi, che però non sarebbero mai arrivati. A quel punto, sempre secondo la ricostruzione, i referenti del sistema avrebbero avanzato una nuova proposta: far transitare sul suo conto corrente i versamenti di altri risparmiatori, somme che poi sarebbero dovute finire alla società che gestiva l’operazione. In cambio, l’imprenditore avrebbe trattenuto una percentuale compresa tra il 20 e il 30 per cento.
Un ruolo che lo avrebbe collocato al centro di un meccanismo riconducibile al riciclaggio, con il passaggio a Sassari di denaro proveniente da presunte truffe.
La denuncia di un risparmiatore.
La situazione sarebbe emersa quando uno dei risparmiatori coinvolti avrebbe rintracciato l’imprenditore, chiedendo conto di investimenti che non avevano prodotto alcun rendimento e per i quali non risultava alcuna restituzione delle somme versate.
Di fronte alle proteste, l’uomo avrebbe sostenuto di non essere il reale destinatario delle richieste, indicando come responsabile la società che avrebbe dovuto accreditare gli importi. La segnalazione, però, ha portato all’apertura di un fascicolo.
L’intervento della polizia.
Le indagini hanno preso avvio grazie agli accertamenti della polizia , che ha ricostruito i contatti online e i flussi di denaro transitati sui conti correnti. L’attività investigativa ha quindi condotto la Procura di Genova a iscrivere il 45enne nel registro degli indagati con l’ipotesi di riciclaggio, un reato che prevede pene severe.
L’uomo, dal canto suo, continua a sostenere di essere stato a sua volta vittima di un raggiro, convinto di partecipare a un sistema lecito e ignaro delle reali finalità dell’operazione.
Le indagini ancora in corso.
Il caso del riciclaggio a Sassari resta ora al vaglio degli inquirenti, che stanno approfondendo i rapporti tra l’imprenditore e la presunta società di scambio di criptovalute, oltre all’origine dei fondi versati dai risparmiatori.
Come scrive La Nuova Sardegna, gli accertamenti puntano a chiarire se l’uomo abbia agito con piena consapevolezza o se sia stato a sua volta coinvolto in un meccanismo più ampio di truffa online. Al momento, il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari.




