Il sondaggio sui social sui ristoranti child-free.
Bambini, no grazie. Il 23% dei sassaresi vorrebbero ristoranti per soli adulti in città. A rivelarlo è un sondaggio che un utente del gruppo Facebook “Segnala a Sassari” ha voluto aprire per conoscere le opinioni dei concittadini su una tendenza che non è fantascienza, ma che in alcune città italiane è già realtà.
I ristoranti che vietano l’ingresso ai bambini negli ultimi anni stanno crescendo di popolarità, nonostante le polemiche contro chi decide di aprire un ristorante per clienti sopra i 14 anni di età. Secondo chi ha pensato di aprirli, la motivazione è spinta dalla domanda sempre crescente dei consumatori e non dalla volontà dei gestori di ghettizzare i bambini. Anche a Sassari, a quanto pare, è in crescita l’esigenza di non volere bambini tra i piedi mentre si consuma una cena o un pranzo.
I sassaresi, secondo il sondaggio lanciato sui social, hanno spiegato le motivazioni della propria opinione, sostenendo che “i bambini di oggi sono maleducati e girano tra i tavoli, ma è principalmente colpa di come vengono educati dai loro genitori”. Tuttavia, come spesso capita queste opinioni si scontrano con un senso familistico molto radicato nella società, malgrado la denatalità sia crescente. La maggior parte degli utenti infatti ha condannato la scelta di discriminare i bambini dai locali pubblici. Sono il 77% dei residenti. “Assolutamente no, se c’è chi porta anche il cane in ristorante. Se poi parliamo di maleducazione di certi genitori che lasciano i figli liberi di scorazzare fra i tavoli disturbando altri commensali e mettere in difficoltà i camerieri allora a quei genitori avrei vietato l ingresso”, risponde una sassarese. “Non sono domande da porre, viva i bambini”. Poi c’è chi paragona i locali per soli adulti alle discriminazioni razziali.
Dello stesso avviso anche un’altra donna: “Sono persone che hanno avuto una brutta infanzia”. La discussione ha acceso non poche polemiche, dove si è scatenato uno scontro tra child-free, ovvero chi non vuole figli, e chi ama la presenza dei più piccoli. “Invece di paragonare i locali child free alle discriminazioni razziali – interviene una ragazza – il cui paragone è sbagliatissimo, perché non vi chiedete se portereste mai vostro figlio piccolo all’Osteria Francescana (menù degustazione da 320 euro più i vini) o a Villa Crespi, poi rispondete con molta onestà. E no, non vale la risposta “io non ci andrei neanche a mangiare in quei posti”. Domandatevi solamente se, potendo andarci, vorreste mangiare con calma e senza urla (contando quanto state spendendo e l’esperienza che si fa) o se preferireste pagare mangiando fra urla, bambini che saltano da una parte all’altra”.
L’idea di alcuni ristoratori di vietare l’ingresso ai bambini, trova il parere positivo anche di alcuni genitori. “Da genitore dico sì, per un fatto molto semplice, i ristoranti non sono asili e i camerieri non sono maestre del nido”. Ma, polemiche a parte tra i cittadini sui social, i locali child-free a Sassari sono ancora un miraggio e in città le nascite sono sempre meno.