Il rosario diventa cantato per sentirsi più vicini durante la quarantena

Il progetto delle donne Urzulei.

Il rosario cantato è la melodia della devozione di un’Isola in cui la musica vocale conserva intatta, anche nella modernità, la sua straordinaria forza espressiva. Le donne di Urzulei lo hanno intonato per il progetto Boghes, la versione intima e meditativa è diventata un video, un atto di fede da condividere anche dalle nostre case diventate rifugi di quarantena.

“La musica vocale è sempre stata un forte segno di appartenenza a Urzulei – dice Fabio Lorrai presidente dell’associazione culturale Atlantide – un legame che si è mostrato in tutta la sua potenza anche durante il progetto Boghes, la musica della fede si è mostrata ancora di più come il legame che ci unisce alla nostra terra”. Per questo gli incontri musicali sono diventati un video, il rosario cantato diffuso in rete su Youtube per arrivare al cuore di tutti, per dire che, seppure in isolamento ci si può sentire più vicini.

La tappa del progetto dell’Istituto Etnografico di Nuoro realizzato dall’associazione culturale Imprentas in collaborazione con il Labimus (Laboratorio Interdisciplinare sulla Musica) del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari, con la regia di Ottavio Nieddu, ha contribuito alla fase documentale di raccolta delle testimonianze del canto devozionale che, a partire dalla seconda metà del Novecento è andata perdendosi nella nostra tradizione religiosa.

Secondo gli studiosi la motivazione sarebbe da ricercare nell’irruzione nella società isolana di nuovi stili di vita e di consumi. Anche a causa delle riforme interne alla vita della chiesa cattolica in molte comunità, i repertori di canto religioso sono andati via via destrutturandosi, perdendo la loro funzionalità o, in alcuni casi, arrivando perfino a scomparire.

Il progetto Boghes vuole coprire un vuoto nella memoria storica isolana che fino ad ora, nell’ambito delle diverse espressioni di canto a più voci senza accompagnamento strumentale, ha sempre dedicato la sua attenzione al canto maschile dimenticando la profonda connessione del canto femminile con la vita della comunità, con l’affermazione dell’identità collettiva.

L’incontro di voci femminili nella chiesa di Santa Barbara di Villagrande è stato di grande ispirazione. Il canto delle donne presenta quanto mai profonde connotazioni che legano questo stile alla dimensione locale del paese. Non si tratta di residui del passato ma di pratiche che conservano una profondità storica, che sono rimaste una espressione del vivere contemporaneo e in esse si riconoscono trasversalmente diverse generazioni.

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