Già consegnati i primi 1.000 prototipi.
Il 27 marzo scorso è nato spontaneamente il gruppo “Makers Pro Sa Sardigna”. Obiettivo? Cercare di far fronte comune all’emergenza coronavirus realizzando dei prototipi di scudi facciali da donare a chi si trova in prima linea nel contrasto alla diffusione del virus. La notizia ha fatto il giro dell’Isola. In pochi giorni sono stati raccolte più di 100 adesioni al progetto: la Sardegna degli artigiani digitali, riunita, per affrontare un problema comune. Insieme.
Quattro i principali hub: Sassari, Cagliari, Nuoro, Olbia, a rappresentare i centri di connessione di un’enorme catena che si snoda da nord al sud della Sardegna.
Intanto il Fab Lab dell’Università di Sassari, il Fab Lab Sassari, l’ArtLab, il Fab Lab di Nuoro (Make in Nuoro) – AILUN/Simannu, il Fab Lab di Cagliari, il Fab Lab Sulcis, il Fab Lab di Olbia, il Fab Lab di Oristano e Laboratorio K sono della partita: tutti attivano le stampanti 3D e realizzano, dopo una serie di test, visiere artigianali.
Al lavoro dei Fab Lab si aggiunge anche quello di imprese e associazioni come Abinsula, PiùServizi3d, Eikon, Centro Servizi Computer, Sardegna 2050, SacerLab, GIUA Lab, Astarte, T-Lab Terralba, Shadow Development, ALO SRL, Ingegneria senza Frontiere di Cagliari e quello di tanti altri artigiani digitali in possesso di una stampante 3D che hanno dato e continuano a dare il loro prezioso contributo. Tutto questo è accompagnato anche dal prezioso lavoro di coloro che si occupano del taglio professionale delle visiere: Character a Sassari e Stand Up a Sestu.
Anche le scuole hanno deciso di sposare l’iniziativa. Fra gli istituti isolani citiamo il Liceo Scientifico Enrico Fermi e il Liceo Artistico “Francesco Costantino” di Alghero, l’Iis “Buccari Marconi” di Cagliari, l’Istituto Attilio Deffenu di Olbia e l’ISS De Castro T-LAB di Oristano-Terralba.
Il gruppo, inoltre, si è arricchito ulteriormente grazie a importanti collaborazioni con Enti che hanno messo a disposizione materiali, professionalità, laboratori per i test e organizzazione.
“Ciascuna di queste realtà rappresenta un piccolo grande pezzo della catena, importante e funzionale affinché si raggiunga l’obiettivo comune”. Al momento sono stati realizzati, consegnati e donati 1000 prototipi (i modelli realizzati sono quelli di Prusa). Le stampanti 3D sono in funzione h24 in modo da poter permettere di far fronte a tutte le richieste pervenute.
#DistantiMaUniti è l’hashtag che rappresenta al meglio l’immenso lavoro che, in queste settimane, viene svolto dai makers: “Nonostante spesso non ci si conosca di persona e si sia dislocati in diverse province sarde, si può riuscire comunque a coordinarsi unendo l’operato di ciascuno in un progetto comune e di alta valenza sociale davanti allo sconvolgimento creato dal virus. La cooperazione non è una somma di interessi, ma una sottrazione di egoismi: nella lotta al Covid-19, è l’unione che fa la forza. I makers dell’Isola hanno dato vita ad una sinergia unica e tenace, dimostrando tutta la voglia di non tirarsi indietro davanti alle difficoltà restando #DistantiMaUniti”.