Un 29enne di Sassari alla sbarra con l’accusa di violenza sessuale: pacche e apprezzamenti a una collega di lavoro.
Una serie di gesti definiti “inopportuni” ha portato un 29enne di Sassari a processo per violenza sessuale. I fatti contestati risalgono al periodo tra settembre e ottobre dello scorso anno e vedono coinvolti due lavoratori impiegati in esercizi differenti ma situati nella stessa via del centro cittadino.
Secondo quanto ricostruito, in un’occasione l’uomo avrebbe attirato la collega all’interno del proprio locale con un pretesto. Una volta sola con lui, la donna sarebbe stata costretta a subire un palpeggiamento sul fondoschiena. In un secondo episodio, a circa un mese di distanza, l’imputato si sarebbe avvicinato all’esterno dei due esercizi, avrebbe cinto con un braccio la collega e le avrebbe stretto con forza una natica. Solo l’intervento immediato della donna avrebbe interrotto l’azione.
La persona offesa si è costituita parte civile e ha denunciato l’accaduto. Secondo l’accusa, si tratterebbe di episodi isolati ma gravi, tali da rientrare nella fattispecie della violenza sessuale prevista dal codice penale. L’ipotesi contestata è quella prevista dal terzo comma dell’articolo 609-bis, che riguarda i casi di minore gravità, in presenza di un numero limitato di episodi e con una parziale compromissione della libertà sessuale.
La difesa ha sostenuto che quei gesti rappresentassero un modo di scherzare condiviso tra alcuni colleghi e già accettato in passato. La donna, però, ha avuto una percezione ben diversa, tanto da rivolgersi all’autorità giudiziaria. Come scrive La Nuova Sardegna, l’udienza è stata rinviata a dicembre per l’escussione della persona offesa.