Le bandiere arcobaleno invadono Sassari con il Sardegna Pride

Il Sardegna Pride 2025 sceglie Sassari e diventa capitale dei diritti civili.

Il 28 giugno 2025, Sassari si trasformerà nella capitale sarda dei diritti civili con il Sardegna Pride, una manifestazione che si preannuncia come una delle più partecipate e significative degli ultimi anni. Organizzato all’interno del calendario di Queeresima, il Sardegna Pride 2025 sarà anche un atto politico e culturale, una risposta collettiva a un clima sociale sempre più tossico, fatto di regressioni, intolleranza e violenza verso le soggettività LGBTQIA+ e tutte le minoranze marginalizzate.

Il Pride di quest’anno si propone come un momento di lotta, visibilità e resistenza sociale. Un invito chiaro e potente a rompere il silenzio, a non accettare più passivamente la marginalizzazione, le aggressioni e l’odio sistemico.

La scelta di Sassari non è casuale: è la prima volta che il Pride regionale sardo si tiene nella città turritana, e ciò rappresenta un segnale importante di decentralizzazione del movimento LGBTQIA+ in Sardegna. È un’occasione per rafforzare la presenza nei territori, per stimolare nuove connessioni tra le realtà locali, e per portare la cultura del rispetto e dell’inclusività anche nei contesti meno abituati al confronto con la diversità.

Il corteo attraverserà le vie principali della città, accompagnato da bandiere colorate, performance artistiche, musica e interventi politici. Il Sardegna Pride, non solo celebra l’orgoglio, ma denuncia la recrudescenza dei discorsi d’odio, la strumentalizzazione dei “valori tradizionali” da parte delle destre reazionarie, la negazione dei diritti fondamentali, il ritorno a logiche securitarie che criminalizzano la dissidenza, la migrazione e ogni forma di non conformità.

In un contesto segnato dalla crescita dell’estrema destra, dalla repressione delle proteste sociali, dalla precarietà, dalla violenza istituzionale e dal tentativo di cancellare l’identità delle persone LGBTQIA+, il Sardegna Pride 2025 si impone come spazio di resistenza collettiva, dove parole come giustizia, intersezionalità, solidarietà e libertà riprendono il loro significato pieno.

Il 28 giugno a Sassari non sarà solo una data simbolica: sarà un punto di svolta, un grido che si leverà da tutta l’Isola per ricordare che esistere è resistere — e che nessuna persona sarà mai sola, se c’è una comunità pronta a lottare al suo fianco. L’iniziativa è inserita nel calendario di Queeresima, la rassegna politica e culturale che da oltre un decennio anima la Sardegna con incontri, spettacoli, cortei e momenti di riflessione sui diritti delle persone LGBTQIA+. Un progetto nato nel 2012 dall’esperienza delle manifestazioni contro l’omofobia a Cagliari tra il 2009 e il 2011.

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