Un 20enne di Sassari alla conquista dei social, il successo arriva col food porn

Matteo Pintore racconta il successo della sua pagina Unto e bisunto.

Il cibo e l’estasi. A ricombinare i due elementi, secondo l’estetica della Generazione Z, è un ventenne sassarese, Matteo Pintore, creatore e dominus della cliccatissima pagina instagram “Unto e bisunto”.

“L’ho aperta in quinta superiore – ci spiega – insieme a una compagna di classe con cui parlavamo solo di cibo”. Dai primi post, fitti dei piatti cucinati da Matteo, con la carbonara in cima alla lista a creargli un primo seguito di affamati seguaci, agli ultimi, in cui il ragazzo spinge e consiglia pietanze preparate dai ristoratori, sono trascorsi due anni e 21mila follower. “Se ne sono aggiunti 11mila solo nel 2021”, sottolinea il giovane che ha conseguito il risultato in gran parte con le sue forze e poi grazie all’Italyfoodpnr, azienda nazionale per cui lavora e di cui gestisce la costola sarda. “Pnr sta per porn”, rivela lui, “una parola che su instagram non puoi mettere”. Cosa sia il food porn, ultima mania gastronomica, implementata dal 2.0 social, prova a spiegarlo Matteo: “Un cibo accattivante, non necessariamente calorico, che viene dall’America ma fatto con le materie prime italiane”.

Addentrandosi nelle immagini che, plasticamente e in concreto, lo descrivono, emerge il tripudio di creme, formaggi filanti, interni dischiusi a rivelare multiformi ingredienti, in un’orgia cromatica dalle suggestioni implicite. “Detto in maniera grezza, il food porn deve fare sesso”, confessa, in effetti, Matteo Pintore. Al richiamo ormonale si somma però, in “Unto e Bisunto”, anche la proposta complessiva del ristorante– dal servizio all’impiantamento all’accoglienza ai tempi d’attesa- che il ventenne giudica con massima sincerità, e severità, senza pensare al portafoglio. “Se il prodotto non vale lascio perdere. Chi mi segue si deve fidare di quello che gli propongo”. Per questo richiede sempre un feedback ai follower e se ne arriva uno negativo, di rimbalzo arriva all’esercizio contestato: “Rimprovero il locale. Se lavori con me devi avere uno standard alto”. Così cresce la community che, nonostante l’impatto delle pietanze instagrammate sul tubo digerente, annovera molti sessantenni oltre alla fascia anagrafica in rilievo dei 25-35enni.

Intanto, visto il successo, Matteo accantiera il futuro destinando la propria opera, in prospettiva, al capoluogo sardo. “Mi trasferirò a Cagliari per ampliare il giro, lasciando qui due persone a occuparsi della pagina”. Una logica imprenditoriale, connaturata all’ambizione di Pintore che, però, non si monta la testa: “Non me la meno. 21mila follower sono pochi, punto a 500mila”. Magari riscoprendo quella Sardegna culinaria poco sfruttata, confinata, nelle sue massime delizie del palato, ad agriturismi fuori mano. Un percorso a lungo termine ma già intrapreso in autonomia perché, come dichiara, “oggi un ragazzo dà ascolto alle proprie passioni, non è più come un tempo in cui dovevi seguire la strada tracciata dai genitori”. La passione è il cibo, da gustare senza snobismi, il cibo “che vorresti mangiare all’uscita della discoteca alle cinque del mattino”, quello che ricorda “la pasta al forno della mamma, le polpette”, insomma quello per cui si sbava. “Che dite?”, si legge in un post della pagina, “è abbastanza food porn?”

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