Stuprata in un traghetto da Porto Torres: c’è un sospettato

violenza donna SASSARI NIPOTE porto torres giulia cecchettin

La 19enne avrebbe subito uno stupro dentro la cabina di un traghetto partito da Porto Torres.

C’è un primo sospettato per lo stupro di una 19enne sul traghetto da Porto Torres a Genova. Stando a quanto riporta oggi il quotidiano “Il Secolo XIX”, la Squadra Mobile di Genova ha posto sotto la lente le chat del primo sospettato, ritenute un tassello importante per ricostruire quanto accaduto nella notte della traversata.

LEGGI ANCHE: Stuprata sul traghetto per Porto Torres: a processo marittimo

Dunque le indagini proseguono senza sosta per ricostruire la dinamica dell’accaduto, anche se la giovane donna ha deciso di non denunciare l’episodio. Secondo la legge italiana il reato di violenza sessuale è punibile su querela (salvo casi particolari) e una donna ha un anno di tempo per denunciare. Dunque soltanto la vittima può sporgere denuncia. Questo avviene perché l’abuso coinvolge la sfera più intima e dunque può non essere facile dover ripercorrere momenti così traumatici durante interrogatori e udienze. Tuttavia, trattasi un fatto grave, le indagini partono comunque e questo servirà in seguito per fare in modo che la vittima possa avere giustizia qualora riesca a denunciare.

Cosa sappiamo.

I fatti sarebbero avvenuti la notte del 16 agosto scorso a bordo di un traghetto partito da Porto Torres e diretto a Genova, dove una ragazza di 19 anni ha denunciato di essere stata aggredita da uno sconosciuto incontrato durante la traversata. La giovane aveva raccontato che lui le aveva chiesto di aiutarlo perché faticava ad aprire la porta della cabina. Tuttavia, era una scusa per abusarne: una volta avvicinatasi, sarebbe stata spinta all’interno e costretta a subire violenza. Le forze dell’ordine hanno inoltre acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza del traghetto e disposto accertamenti sulla cabina in cui si sarebbe consumata l’aggressione.

Subito dopo l’accaduto la ragazza ha chiesto aiuto al personale di bordo, che ha attivato i protocolli di emergenza. Allo sbarco a Genova è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Galliera, dove i medici hanno riscontrato lividi sulla schiena e braccia compatibili con l’abuso e le hanno fornito assistenza psicologica.

Condividi l'articolo