L’amore di Enrico Vendler di Sassari per il flower design.
Enrico Vendler ha 25 anni, è di Sassari e incarna una storia che unisce tradizione familiare, sensibilità artistica e formazione scientifica. Il suo rapporto con i fiori nasce molto prima di diventare una scelta consapevole, affondando nelle esperienze dell’infanzia trascorsa nella serra della nonna, tra gesti semplici e profumi rimasti impressi nella memoria. Un avvicinamento naturale, quasi inevitabile, proseguito nel negozio di famiglia e nei chioschi allestiti durante le festività cittadine, dove il lavoro quotidiano precedeva ancora qualsiasi riflessione creativa.
Col tempo, quella consuetudine ha iniziato a trasformarsi. Le prime composizioni arrivano per necessità operative, tra bouquet e strutture realizzate con rapidità, finché l’esperienza fuori dalla Sardegna segna una svolta decisiva. A Firenze, grazie all’incontro con Tonino Serra e al lavoro con Vincenzo D’Ascanio, Vendler prende piena coscienza del linguaggio floreale come forma espressiva. È lì che ciò che era sempre stato presente diventa finalmente oggetto di uno sguardo nuovo. Da quel momento il percorso si arricchisce attraverso collaborazioni e confronti con realtà e professionisti del settore, che contribuiscono a definire uno stile ispirato alla natura, al giardino spontaneo, alla ricerca di movimento e leggerezza. Le sue composizioni privilegiano la varietà e rifuggono la rigidità, cercando un equilibrio che tenga conto tanto della materia viva quanto dei limiti imposti da contesto, clima e aspettative di chi commissiona il lavoro.
Il flower design, per Vendler, non è mai un esercizio puramente estetico. Ogni creazione nasce dall’intenzione di comunicare, di rendere visibili emozioni e passaggi significativi della vita, nella consapevolezza che l’effimero non è sinonimo di superficialità. Il tempo di realizzazione varia e riflette il livello di concentrazione richiesto, tra momenti di naturale fluidità e altri di tensione creativa. “L’intenzione di comunicare qualcosa è la base di tutto – afferma Enrico -. All’inizio del mio percorso di crescita personale sono stato, in un certo senso, il mio peggior nemico: non accettavo il mio essere esteta. Questo lavoro mi ha permesso di riconnettermi con la parte più creativa di me e di darle finalmente spazio”.
Parallelamente, Vendler è uno studente di medicina, un ambito che sente affine per metodo e sensibilità. In entrambi i casi, il principio guida resta l’osservazione attenta e il rispetto dell’equilibrio. Guardando al futuro, alterna visione e concretezza: “Mi auguro di poter costruire una dimensione stabile anche al di fuori del flower design, arrivando ad avere un domani un mio studio medico. Parallelamente, mi piacerebbe dedicarmi al lavoro floreale in selettivo, concentrandomi su pochi eventi all’anno, scelti perché in linea con la mia visione. Inoltre, mi affascina l’idea di portare il fiore anche in contesti diversi, come quello della moda, un altro linguaggio che sento molto vicino. Per il resto, lascio che il percorso si definisca strada facendo: spesso è il lavoro stesso a indicarti dove puoi arrivare”.




