Ascoltata ieri una delle due guardie mediche imputate per omicidio colposo.
Udienza preliminare al tribunale di Sassari per il caso di Roberto Pais, commerciante ambulante di Ossi, primo morto a marzo del 2020 di coronavirus nel nord Sardegna. Proprio nella giornata in cui l’uomo avrebbe compiuto 53 anni, una delle due guardie mediche- Maria Caterina Cherchi, l’altra è Lucio Zirattu- imputate di omicidio colposo ed entrambe rinviate a giudizio secondo quanto chiesto dal pm Paolo Piras, ha risposto alle domande del giudice per le udienze preliminari Sergio De Luca.
Per il sostituto procuratore i due medici di continuità assistenziale al tempo in servizio a Ossi, pur informati dai familiari del Pais delle sue condizioni- “febbre, tosse e dispnea da più giorni”, non comunicarono il caso né all’unità di crisi locale, chiedendo un test diagnostico, né al 118, e neppure approfondirono il quadro clinico con una visita o un colloquio telefonico diretto. La Cherchi, difesa insieme al collega- la cui udienza è prevista per il sei luglio- dai legali Nicola Sanna e Luca D’Alò, ha affermato di non aver visitato il paziente di persona ma di aver parlato col fratello del commerciante che le riferì i sintomi- febbre alta- mostrati dal malato. Proprio il congiunto del commerciante avrebbe riferito che Roberto aveva cominciato a prendere un antibiotico, definito “inutile” nel capo d’imputazione, come avrebbe prescritto il dottor Zirattu.
La guardia medica, interrogata sul perché non avesse proceduto a ulteriori esami, ha risposto che pensava si trattasse “di un colpo d’aria”. Dopo essere poi venuta a conoscenza dell’assenza di ulteriori sintomi e che l’uomo non era venuto a contatto con altre persone, prescrisse di continuare con la terapia antibiotica. Un comportamento contestato dal pubblico ministero, che nel capo d’imputazione ha definito di “negligenza, imprudenza e imperizia”, e dall’avvocato della famiglia Pais Alessandra Delrio. Come noto, le condizioni di Roberto divennero sempre più gravi fino al ricovero in ospedale al Santissima Annunziata di Sassari dove si spense il 22 marzo 2020. Da allora la sua famiglia, e in particolare la moglie, Margherita Dore- presente ieri all’udienza, stanno conducendo una battaglia per fare luce sulle circostanze del decesso del loro caro.