Nuovo caso di violenza sulle donne a Sassari.
Un nuovo caso di violenza sulle donne è arrivato in tribunale a Sassari, con la richiesta da parte del pm di condannare un 50enne per aver perseguitato l’allora fidanzata di soli 23 anni. Stando a quanto riporta il quotidiano “La Nuova Sardegna”, nel corso della requisitoria, in aula, sono emerse ripetute condotte persecutorie e le minacce di morte che l’imputato avrebbe rivolto all’ex fidanzata, costituitasi parte civile.
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Qui la pm Maria Paola Asara ha fatto una richiesta di condanna a tre anni di reclusione. Attualmente l’uomo ha il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento alla sua ex fidanzata, ma gli è stata la revocato l’obbligo di dimora. Tutta la vicenda si è svolta in un paese dell’hinterland di Sassari, dove un 50enne, avrebbe perseguitato la sua compagna durante e dopo la relazione.
Stando alle accuse, particolarmente grave è uno degli episodi in cui il 50enne avrebbe seguito la fidanzata minacciandola di bruciarla viva e tentando di tamponarla. L’imputato avrebbe maltrattato per più di un anno la compagna di 27 anni più giovane, perché ossessionato dalla gelosia. L’uomo, stando a quanto ricostruito in tribunale, temeva di essere tradito dalla fidanzata, tanto da seguirla dappertutto, con lo scopo di minacciarla e insultarla in qualsiasi luogo si recasse da sola. In un’occasione, secondo quanto riporta ”La Nuova Sardegna” l’avrebbe diffamata anche in alcuni bar del paese dove vive la giovane, accusandola di tradimenti.
Il 50enne si è difeso sostenendo che i suoi comportamenti gelosi avevano il fine di ”proteggerla”, sopratutto in un episodio in cui avrebbe minacciato di parlare male della giovane, anche con il padre gravemente malato. Violenze che non sono finite con la fine della relazione, dove l’uomo era diventato ancora più geloso e aggressivo.
L’imputato avrebbe inseguito e tentato di tamponare la ex compagna per due volte, una volta lungo la Alghero-Sassari e l’altra nei pressi della sua abitazione urlandole “Ti brucio viva” e distruggendole l’auto. In un’altra occasione si sarebbe introdotto nella facoltà universitaria frequentata dalla giovane, insultandola davanti ai compagni di corso. Le minacce sarebbero proseguite anche tramite un parente della presunta vittima, a cui il 50enne avrebbe detto che l’avrebbe uccisa. Il giudice Valentina Nuvoli ha rinviato il processo a settembre, quando prenderanno la parola i legali delle parti civili e della difesa.