La trappola per uccidere i carabinieri di Ozieri.
Una trappola con il fine di uccidere i carabinieri, questa l’ipotesi ormai consolidata dell’atto di follia di un 64enne che ieri notte a Ozieri ha aperto il gas in casa e ha simulato un femminicidio, chiamando i militari affinché si introducessero nella sua abitazione.
Antonio Maria Pani, questo è il nome dell’uomo ora arrestato per strage. Un odio nei confronti dei carabinieri tra le origini del gesto che il 64enne covava da molto tempo, tanto che nel 2022 aveva distrutto la lapide in memoria di Walter Frau, vittima della strage di Chilivani, avvenuta nel 1995. Per questo gesto vandalico aveva ricevuto una condanna a nove mesi di reclusione. Inoltre, 3.500 euro di multa e il pagamento di una provvisionale di 1.500 euro a favore dei familiari del militare ucciso.
La chiamata ai carabinieri: “Ho ucciso mia moglie”
La ricostruzione della tentata strage è quella di un atto di follia: l’uomo ha chiamato il 112 annunciando di aver ucciso sua moglie. Ma l’ex moglie in casa non c’era. Una trappola architettata per far arrivare i carabinieri all’interno dell’abitazione, in località Tramentu, e farla esplodere con un innesco collegato a un telecomando, pronto a far esplodere l’intero edificio.
Le finestre sigillate e le bombole con telecomando.
Sul posto erano intervenuti anche i vigili del fuoco, la polizia, un’ambulanza del 118, oltre ai carabinieri di Ozieri. Hanno scavalcato il muro di recinzione e forzato la porta d’ingresso, in quanto allarmati dal forte odore di gas nell’intera zona. Gli ambienti erano completamente saturi di gas poiché porte e finestre esterne erano state sigillate con nastro adesivo, per non far disperdere la miscela di gas propano che usciva da due bombole, collegate ai tubi del sistema di aereazione interna.
I vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l’area e le forze dell’ordine si sono messe alla ricerca dell’uomo che teneva in mano un telecomando dotato di sistema wireless. Il telecomando, qualora innescato avrebbe dato corrente a una mola a disco e a un piano cottura, che avviandosi, avrebbero provocato una pioggia di scintille incandescenti che avrebbero innescato l’esplosione, uccidendo chiunque si trovasse là.
In casa manoscritti con scritte contro le forze dell’ordine.
L’uomo ora è ritenuto responsabile dei reati di strage, minaccia a pubblico ufficiale e simulazione di reato. Le indagini hanno portato anche a scovare numerosi fogli manoscritti recanti frasi farneticanti contro l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato e la Magistratura, oltre che libri e manifesti inneggianti al fascismo che, unitamente ad altro materiale, è ora al vaglio della competente autorità giudiziaria, mentre l’uomo si trova rinchiuso a Bancali.