Gran finale domenica nella cattedrale di Alghero per l’ultimo concerto di Musica sulle Bocche
Cala il sipario sull’edizione 2025 di Musica sulle Bocche, il gran finale si è tenuto nella cattedrale di Alghero.
“Il festival ideato e diretto dal musicista Enzo Favata ha collezionato 43 eventi musicali in giro per il nord Sardegna con tappe a Castelsardo, Alghero, Argentiera, Asinara, Porto Torres, Martis, Ploaghe, Bulzi, Tergu e Chiaramonti. Un festival internazionale unico nel suo genere e particolarmente sentito dagli organizzatori che vede premiato l’impegno culturale di un quarto di secolo nella diffusione di musica jazz, elettronica ed etno-jazz in località storiche, naturalistiche e borghi spesso non inclusi nei grandi circuiti, come i piccoli centri della Sardegna a rischio di spopolamento. Un’edizione che ha registrato il record di partecipazione con migliaia di spettatori dell’isola e dal continente per vedere e ascoltare musica di qualità di artisti italiani e internazionali”.
“Il direttore artistico Enzo Favata nel saluto iniziale ha ricordato come l’arte deve impegnarsi a stimolare la coscienza delle persone di fronte alle ingiustizie e i fatti del nostro tempo con riferimento all’impegno nel manifestare contro quello che sta avvenendo a Gaza, sull’altra sponda del Mediterraneo”.
“Per la serata conclusiva Musica sulle Bocche ha scelto un evento speciale all’interno della cattedrale algherese letteralmente gremita, unendo idealmente tradizione e futuro e accompagnati nella realtà immersiva del video-artista Imlet. Nella prima parte l’ensemble di launeddas degli alunni della scuola La Pedrera dirette da Dante Tangianu. Uno scommessa portata avanti fin dal 2007. In un epoca pervasa da schermi e smartphone, l’antico strumento sardo vive ancora oggi grazie ai bambini – allievi in connessione diretta con la storia e verso il futuro”.
“Nella seconda parte della serata i canti devozionali del coro Gavino Gabriel di Tempio Pausania in un breve ma suggestivo repertorio sui canti religiosi. Una ricerca musicologica tra i misteri delle quattro voci “a cuncordu” e i canti rituali delle processioni all’alba e al tramonto nel nord dell’isola durante la Pasqua”.
“Atmosfere scandinave infine nella terza parte insieme al duo norvegese Trygve Seim (sax soprano e tenore) e Frode Haltli (fisarmonica) in un incontro fra musica sacra e tradizione popolare. Il duo ha proposto un flusso sonoro di brani originali o ispirati a musiche tradizionali e contemplative da nord e centro Europa fino a Oriente. Un viaggio musicale di rara sensibilità che tocca paesaggi e orizzonti diversi”.
“La tessitura è articolata, oltre le convenzioni del jazz per approdare verso nuovi territori dove convivono antiche melodie armene, filastrocche ucraine e reminiscenze reggae/pop giamaicane. La strada indicata dai due artisti della label ECM è un pentagramma libero e frastagliato dove l’interplay ha un ruolo fondante. Uno scambio lirico ed onirico che nel finale vede il duo invitare il sax di Enzo Favata per una improvvisazione, quasi a celebrare l’arte dell’incontro e del dialogo fra diverse identità musicali in sintonia con lo spirito del festival”.