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Ott 25 - 26
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Il prossimo weekend Ozieri apre le porte a 17 monumenti

Grazie alla partecipazione attiva di scolaresche, università e associazioni, sabato 25 e domenica 26 ottobre Ozieri apre le porte a 17 monumenti, per una scoperta – o riscoperta – della storia, dell’arte e delle tradizioni del centro logudorese.

Sulla Strada Provinciale 67 sarà visitabile la Chiesa di Sant’Antioco di Bisarcio, uno dei migliori esempi del romanico pisano della Sardegna, particolarmente interessante per la singolarità delle architetture e la ricca decorazione a rilievo del XII secolo. Nella frazione San Nicola le alunne e gli alunni della scuola primaria Maria Teresa Cau proporranno al pubblico il Pont’Ezzu, uno dei ponti romani più grandi e meglio conservati della Sardegna. Realizzato probabilmente nel I secolo d.C., fu oggetto di un importante restauro tra il III e IV secolo e successivamente rimaneggiato in epoca medievale. Sarà visitabile anche il Museo dell’Arte Molitoria (regione Sos Ortos; orari di visita: sabato 15-18 e domenica 10-13 e 15-18). Si tratta del primo museo dell’arte molitoria e della panificazione in Sardegna e conserva un’ampia selezione di strumenti per la macinazione del grano: dalle antiche macine nuragiche alla mola asinaria romana, in uso fino ai primi del ‘900. Presente, inoltre, una sezione botanica con l’esposizione di diverse qualità di grano. Piazza Baden Powell ospita dal 2003 il Civico Museo Archeologico “Alle Clarisse”, nell’ex convento delle Clarisse, edificio settecentesco situato nel cuore del centro storico. Il museo ospita una ricca collezione archeologica proveniente dal territorio ozierese, articolata in quattro sezioni principali più altri ambienti che ospitano mostre temporanee. Le scolaresche della scuola primaria “Grazia Deledda”, sede di Chilivani, spiegheranno al pubblico quanto crudo e intenso fu il passato nelle Carceri Borgia (vicolo B piazza Duchessa Borgia). Un tempo parte integrante del Castello di Corte, inglobato nel ‘600 nel Palazzo Borgia, le carceri furono completate nel 1769. La cella di rigore, quella femminile e le celle maschili raccontano le storie di chi vi fu rinchiuso, mentre sulle pareti si notano piccole aperture utilizzate per passare il cibo ai detenuti. Colpisce la conservazione degli elementi originali: gli infissi rinforzati in metallo con bande chiodate, i pavimenti in lastroni di pietra, i tavolacci in legno su cui si dormiva e le finestre protette da una triplice inferriata. Uno dei simboli della città è la Fontana Grixoni, in via Vittorio Emanuele III, fatta costruire nel 1594 dal governatore Giovanni di Castelvì nel punto in cui sgorgava un’antica sorgente. La fontana, dotata di otto bocche, fu progettata con un ingegnoso sistema di ugelli e valvole collegato a una cisterna posta dietro la facciata. Dal piccolo torrino situato nel giardino retrostante, è possibile accedere, tramite una scala a pioli, a un tunnel lungo circa venti metri che conduce fino alla sorgente sotterranea, incastonata nella roccia calcarea. Alle classi del Liceo Scientifico “A. Segni” l’onore di presentare la Grotta del Carmelo, nell’omonima via, una cavità di soli 50 metri frequentata fin dalla preistoria, come dimostrano i reperti attribuibili alla Cultura di Ozieri e al periodo romano rinvenuti al suo interno. L’ingresso attuale è ciò che resta di una grotta originaria, in parte crollata nel tempo. Nel vicolo San Michele sarà invece visitabile la Grotta San Michele e Grotta Mara, uno dei siti archeologici più significativi della Sardegna. Modellata nel corso dei millenni dall’azione erosiva dell’acqua sulle rocce calcaree, ha restituito preziose testimonianze che ne attestano l’uso come luogo di culto e di sepoltura già durante il Neolitico: tra i ritrovamenti più emblematici spicca una pisside, un elegante vaso con decorazioni a corna di toro e di ariete, e una stella a sei punte incisa alla base, divenuto il simbolo stesso di questa cultura. Nella piazza principale di Ozieri sarà visitabile il Museo Diocesano di Arte Sacra, nell’edificio che appartenne un tempo alla nobile famiglia dei Borgia, duchi di Gandía. Il percorso espositivo si sviluppa in otto sale, organizzate secondo un itinerario storico, liturgico e devozionale, che guida il visitatore attraverso quasi mille anni di arte, fede e cultura documentale. Tra le opere di maggiore rilievo spiccano due capolavori del pittore cinquecentesco noto come il Maestro di Ozieri: il retablo di Nostra Signora di Loreto e il Discendimento dalla croce. La quarta elementare “Luigi Sotgia” racconterà le Scuole del Càntaro, elementari anch’esse, che hanno rappresentato per oltre un secolo un importante punto di riferimento educativo e sociale per la comunità ozierese. Fondate tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, le scuole nacquero per offrire istruzione ai bambini delle classi popolari, in un’epoca in cui l’analfabetismo era ancora diffuso. L’edificio, semplice e funzionale, rifletteva i criteri pedagogici del tempo: grandi finestre, aule pluriclasse, materiali essenziali. A cura dell’associazione San Leonardo Bidda Noa sono le visite alla Chiesa di San Sebastiano, nell’omonima piazza, costruita nel 1653 grazie alle offerte degli abitanti di Ozieri, come atto di ringraziamento al santo per aver liberato la città dalla peste del 1652. La chiesa era storicamente legata ai lavoratori agricoli, soprannominati “piedi neri”. L’altare ospita una statua di San Sebastiano circondata da un affresco moderno, dipinto nel 1979, che rappresenta simbolicamente i nemici e gli amici della Chiesa. Particolarmente curioso è il Museo del Cavallo, in piazza Duchessa Borgia (orari di visita: sabato 15-18 e domenica 10-13 e 15-17), nato dalla volontà di fare di Ozieri, vista la sua tradizione, il luogo per la custodia della memoria di quella fase del percorso storico-culturale della “civiltà del cavallo” che s’identifica in Italia nell’istituzione e nella vita dei Depositi stallonieri prima e degli Istituti per l’Incremento Ippico poi. Il percorso espositivo è costituito da due sezioni: una storica con documenti, stemmi e lastre fotografiche degli stalloni, e una collezione artistica di manifesti, dipinti e statue dedicate al cavallo, tra cui il centauro di Francesco Ciusa. Il Liceo Scientifico Segni ha “adottato” anche la Chiesa Santi Cosma e Damiano, nel Piazzale dei Cappuccini: fu edificata nel 1593 dai Frati Cappuccini, secondo le tipiche forme architettoniche del loro ordine in Sardegna, con navata unica e cappelle laterali. La sua realizzazione fu possibile grazie al nobile ozierese don Francesco dell’Arca, che donò ai frati un vigneto e consistenti aiuti economici. Pochi anni dopo, nel 1602, sorse anche il convento annesso. In via Amsicora, all’interno di un edificio settecentesco nel centro storico di Ozieri, le alunne e gli alunni di Scienze Umane dell’istituto Superiore Segni condurranno i visitatori alla scoperta dell’Archivio del Centro di Letteratura Sarda, che raccoglie, conserva e valorizza la produzione letteraria in lingua sarda. Gestito dall’Associazione Culturale “Premio Ozieri di Letteratura Sarda”, il Centro rende accessibili al pubblico i testi e i documenti custoditi negli archivi del Premio, offrendo un prezioso punto di riferimento per studiosi, appassionati e studenti. Fondato nel 1956, il Premio Ozieri rappresenta la più longeva e attiva iniziativa a favore della promozione e della diffusione della letteratura sarda. Sempre l’istituto Segni, ma Liceo Classico, farà da guida d’eccezione nella Chiesa Nostra Signora del Rosario, in via Azuni 8: edificata intorno al 1632 in stile barocco per volontà dell’Oratorio del Santissimo Rosario di Ozieri, è strettamente legata alla storica Confraternita del Rosario. Situata a pochi passi dalla Cattedrale dell’Immacolata e dalla sede della Curia, la chiesa ha ricoperto un ruolo rilevante nella vita religiosa della città. Con la fondazione del vicino Convento delle Clarisse, nel XVII e XVIII secolo, l’edificio fu utilizzato dalle monache di clausura per le pratiche liturgiche. In occasione di Monumenti Aperti sarà possibile visitare anche Chiesa e Chiostro di San Francesco, nella piazza omonima. Il complesso conventuale affonda le sue radici nella seconda metà del XVI secolo, quando i Frati Minori Osservanti lasciarono la chiesa di Loreto per costruire una nuova sede nella periferia di Ozieri. La costruzione del convento si protrasse per quasi due secoli, mentre la chiesa venne consacrata già nel 1575. L’interno custodisce uno straordinario altare ligneo policromo, dipinto in verde e oro zecchino: uno dei più grandi e pregevoli della Sardegna. Infine, l’associazione Anpi guiderà alla scoperta della Resistenza ozierese lungo il Viale dei Partigiani Ozieresi. Inaugurato il 25 aprile del 2015, ospita diverse targhe, ora corredate di Qrcode, con i nomi dei giovani partigiani ozieresi. La ricerca storica, condotta da un decennio dalla sezione di Ozieri, ha permesso di individuare ad oggi 34 giovani ozieresi che parteciparono, durante la Seconda Guerra Mondiale, alla resistenza al regime nazi-fascista arruolandosi nelle brigate partigiane.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente, sabato dalle 14.00 alle 18.00 e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00.

Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese saranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.