Alla scoperta del palazzo dell’Insinuazione, sede dell’archivio storico

Il palazzo dell’Insinuazione a Sassari.

Situato nella via alla quale da il proprio nome, via dell’Insinuazione appunto, il palazzo dell’Insinuazione è oggi sede dell’archivio storico di Sassari. Nel 1738 la città di Sassari divenne una delle tappe dell’Insinuazione. Le tappe altro non erano che uffici, che Carlo Emanuele III volle per porre fine alla dispersione degli atti pubblici. Gli insinuatori, ovvero i notai, si occupavano di curare e riporre gli atti pubblici negli archivi per garantirne la conservazione.

L’archivio dell’Insinuazione fu ospitato dalla Casa Comunale nei magazzini settecenteschi fino al 1755 quando, dopo un’ispezione avvenuta nel 1753, si constatò l’inadeguatezza del locali. Ampliati i locali e sopraelevati di un piano, si creò dunque un archivio esclusivo di tutti gli atti notarili. Di lì in poi, fino al 1839, il palazzo continuò ad ospitare gli uffici dell’Insinuazione.

Nel 1874 si dette il via ai lavori di ristrutturazione, che diedero al palazzo il suo aspetto attuale. Dopo la soppressione dell’Insinuazione, nel 1885 l’amministrazione comunale cedette gli spazi del palazzo al Consiglio Notarile. Il palazzo fu dunque Ufficio Notarile fino a pochi decenni fa, al 1985.

È questa la data in cui l’amministrazione comunale riacquisisce il palazzo, facendolo diventare sede dell’archivio storico. Fa parte oggi della rete culturale Thàmus, l’itinerario che porta alla scoperta dei luoghi e dei monumenti della cultura sassarese.

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