Padria protagonista di Monumenti Aperti, cosa vedere

Dal 31 maggio al 1 giugno a Padria si terrà Monumenti Aperti

 Anche quest’anno a Padria si svolgerà Monumenti Aperti. Il paese aprirà le porte dei suoi siti nelle giornate di sabato 31 maggio e domenica 1° giugno insieme ad altri 15 Comuni sardi: Ardauli, Genuri, Gonnostramatza (solo domenica 1° giugno), Mogoro, Oristano, Oschiri, Pula, San Sperate (solo domenica 1° giugno), Sarroch, Segariu, Sorradile, Tertenia, Tuili, Villacidro e Villaputzu

Padria fa anche parte del progetto “Sentieri nuragici”, un’iniziativa che valorizza 30 siti archeologici sparsi per l’Isola, nata dalla collaborazione tra l’associazione Imago Mundi e “La Sardegna verso l’Unesco”.

I MONUMENTI

Importante elemento della vita cittadina è stato il Convento Francescano (piazza Convento), realizzato per volontà della contessa Isabella de Ferrera, che contribuì alle spese della sua costruzione nel 1610. Dedicato inizialmente alla SS Vergine d’Itria fino alla prima metà del secolo XVII, successivamente intitolato all’omonima chiesa di Santa Maria degli Angeli. I francescani assicuravano la formazione religiosa, morale e scolastica alla comunità, l’assistenza ai malati e ai bisognosi.  Nella seconda metà del XIX secolo, con l’abolizione da parte dello Stato di molti ordini religiosi, i locali del Convento vennero destinati a pubblica utilità e nel 1870 venduti a privati come abitazioni Negli ultimi anni, il complesso monumentale è stato nuovamente acquisito dal Comune e restaurato. Nei locali del Convento Francescano c’è la Mostra di Ornamenti Sacri, un’esposizione di arredi, paramenti e prestigiosi argenti sacri appartenenti alla Chiesa parrocchiale di Santa Giulia, che datano tra il ‘700 e i primi dell’800. Sempre in piazza Convento sorge la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, recentemente restaurata, edificata sul fianco destro del convento. La planimetria della chiesa è a navata unica con sei nicchie laterali che accolgono altari lignei e marmorei. Il pavimento in lastroni di pietra trachitica dovrebbe essere ancora quello originale. La sua costruzione dovrebbe essere contemporanea al convento. L’altare maggiore è stato ricostruito nel 1814. 

Realizzato nei locali dell’ex Monte Granatico, il Museo civico archeologico (via Nazionale) è ricco di reperti prevalentemente di età punica e romana. Da segnalare il materiale prenuragico di cultura Abealzu-Filigosa, testimonianza della più antica frequentazione dell’area. Sono presenti alcuni pannelli illustrativi dell’antica Gurulis Vetus e della viabilità del territorio. Inoltre è stata inserita una sezione dedicata agli scavi archeologici della adiacente Chiesa di Santa Giulia, anch’essa visitabile per Monumenti Aperti. Si tratta, indubbiamente, del monumento religioso più interessante, per le sue dimensioni e per i valori architettonici e stilistici che esprime. L’edificio, di stile gotico-aragonese, venne consacrato e aperto al culto nel 1520, ma la costruzione fu iniziata alcuni decenni prima. L’attuale edificio fu riedificato su preesistenti impianti di culto riconducibili a diverse epoche: età paleocristiana, con tomba venerata; età bizantina con chiesa mononave; età medievale con basilica a tre navate. L ’interno della chiesa ha subito numerosi interventi di restauro., la tipologia architettonica sembra si uniformi a quella dominante della cattedrale di Alghero, maggiormente evidenziata nelle forme della struttura interna e nelle decorazioni che sovrastano il portale. 

Anche la Chiesa di Santa Croce (via Asproni) è stata costruita su strutture precedenti, in questo caso risalenti al periodo bizantino, per esser poi ampliata nel 1543, per iniziativa della Confraternita di Santa Croce, come indicato da un’iscrizione sulla facciata; la pavimentazione è del XIX secolo. Si presume che la Chiesa sia stata realizzata in due tempi: dapprima la navata principale, successivamente la parte che forma il presbiterio e che ospita l’altare. L’edificio, dedicato a San Michele Arcangelo, è ubicato nel versante settentrionale del centro abitato, ai piedi del colle di San Paolo, denominato anche Santa Rughe; la zona riveste una grande importanza dal punto di vista archeologico in quanto punto nevralgico della città romana (Gurulis Vetus) di cui costituiva verosimilmente l’acropoli. Ai margini del centro urbano, sul colle di San Paolo, si trova il Complesso Archeologico di Palattu con mura megalitiche di età repubblicana, realizzato con blocchi in opera poligonale, attualmente visibile per una lunghezza di circa 100 mt e un’altezza di 2,5 mt. Il muro aveva funzione di contenimento del pianoro del colle, dove aveva sede un luogo di culto da mettere in connessione con il sito di Gurulis Vetus. Le indagini stratigrafiche hanno permesso il recupero di materiali che coprono un arco cronologico fra il VI sec. a.C. e il primo sec. d.C. La struttura, recentemente restaurata e messa in sicurezza, ha avuto un utilizzo ininterrotto fino all’età post medievale, quando, con la costruzione del Palazzo Baronale, ha svolto funzione di fondazione per il muro di cinta. La Chiesetta di San Giuseppe (via E.d’Arborea 41), recentemente restaurata e riaperta al culto, sorge invece sul lato ovest del centro abitato. La tipologia dell’edificio, le sue ridotte dimensioni, la modestia del prospetto a capanna, la configurazione planimetrica a navata unica con abside posteriore molto semplice, l’uso di murature “povere”, costruite in pietra lavica e malta, inducono a pensare a una chiesa campestre costruita ai confini dell’abitato.

Posto in una posizione dominante rispetto all’intero territorio, il Nuraghe Longu (località Su Padru) risulta costruito con blocchi di basalto appena sbozzati con pianta bilobata integrata da un rinforzo perimetrale formato da un consistente muro che raccorda le due torrette periferiche. Questi particolari confermano l’ipotesi secondo la quale la struttura mono torre originaria del nuraghe sia stata rielaborata per essere destinata a un preciso compito militare per una complessiva strategia difensiva della zona. C’è anche il Nuraghe Binza (SP11, a circa 1 km dal centro abitato) formato da un corpo monotorre, che mostra particolarità di rilievo, soprattutto per quanto attiene alla lavorazione dei blocchi e dalla loro disposizione. L’ingresso appare leggermente sopraelevato rispetto al piano di campagna. Sulla destra inizia la scala, sulla sinistra è presente una nicchia trapezoidale coperta a piattabanda. Infine c’è il Parco dei Tre Colli (via Mario Pagano). L’elemento caratterizzante del paesaggio padriese è rappresentato da tre colli: San Giuseppe, San Pietro e San Paolo. Nel centro storico, che insiste sul sito dell’antica città romana, diversi segni ancora riconoscibili, testimoniano l’evoluzione di alcune tendenze urbanistiche ed edilizie seguite nel tempo. Tra la fine del Settecento e dell’Ottocento sono state realizzate diverse abitazioni di pregevole fattura, appartenenti a famiglie nobili e borghesi. 

A tenere aperti i monumenti ci penseranno i volontari, le bambine e bambini della ludoteca, la Pro Loco Gurulis Vetus, gli studenti dell’I.C. Pozzomaggiore, la Corale Santa Giulia, il comitato di Santa Giulia, la confraternita di Santa Croce e la società cooperativa Pintadera.

INFORMAZIONI UTILI.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente, sabato dalle 15.30 alle 19.00 e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00. Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese saranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso. Eventuali altre indicazioni per i visitatori: 079/807018 Comune di Padria
Accessibilità 
Tutti i monumenti sono accessibili tranne la Chiesa di san Giuseppe e il nuraghe Longu.

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